27 luglio 2011

LE RAPIDE CERTEZZE DELLA ASL, I DUBBI DEI SINDACATI E I DUBBI NOSTRI

L'articolo che riportiamo di seguito è tratto dal Giornale della Toscana di venerdi 22 luglio, il giorno dopo la morte di Claudio

Pur nella sintesi giornalistica, sono abbastanza sconcertanti a nostro avviso, le frasi che il Giornale attribuisce alla Asl riportate nel sommario dell'articolo, a poche ore dal tragico evento: «non c'è alcun nesso fra la tragedia a la ristrutturazione. La vittima soffriva di malesseri psichici: era addetto alle pulizie»

Sembra che si voglia già indicare una spiegazione dei fatti che depenna con sicurezza ogni eventuale responsabilità nell'immediatezza dell'accaduto e nello stesso tempo preoccupa il nesso causale evocato con lo stato di salute di Claudio, fino al nonsenso del riferimento alla sua mansione.


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I DUBBI DEI SINDACATI: QUEI LOCALI ERANO STATI APPENA «RICONVERTITI»

L'Asl: non c'è alcun nesso fra la tragedia e la ristrutturazione
La vittima soffriva di malesseri psichici: era addetto alle pulizie

Dalle peculiari condizioni psicofisiche della vittima alla situazione logistica del magazzino.

Sono più di uno, gli aspetti ancora oscuri - o quantomeno avvolti da un alone di incertezza, su cui dovrà far luce la magistratura - nel caso dell'incidente sul lavoro costato la vita a Claudio Pierini, 52 anni, morto ieri mattina al magazzino Unicoop di Scandicci dopo averci lavorato per oltre vent'anni.

A far emergere alcune importanti zone d'ombra, nel tragico episodio di ieri mattina, sono alcuni sindacalisti. «Ci risulta che Claudio Pierini fosse diabetico e che il suo stato di salute psicofisico non fosse ottimale, tanto da aver fatto ricorso a psicofarmaci in passato. Sappiamo che qui era ufficialmente addetto alle pulizie - raccontano ancora i rappresentanti dei lavoratori - e che c'erano alcune mansioni professionali che non poteva svolgere. Non sappiamo se avesse potuto mettersi alla guida di quel muletto, e non spetta a noi dirlo. Ci penserà la magistratura». Per Unicoop, invece, i problemi di salute di Pierini non erano incompatibili con la guida del mezzo.

I dubbi dei sindacati, inoltre, riguardano il luogo in cui si è verificata la tragedia.

Fino a una decina di giorni fa, infatti, il magazzino dove ha ieri perso la vita Pierini era adibito allo stoccaggio di insaccati e salumi. Poi questa tipologia merceologica è stata trasferita in uno stabilimento nella zona di Pontedera, e quell'area della struttura di Scandicci è stata destinata ai prodotti cosmetici. A questo punto le versioni dei sindacati divergono in maniera significativa: c'è chi sostiene che il cambio di destinazione d'uso sia andato in porto con tutti i permessi rilasciati dalle autorità e dai vigili del fuoco, nonché col benestare del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.

Altri invece sostengono che l'incidente si sia verificato in quei giorni di «limbo» tra la vecchia sistemazione e la nuova. In altre parole, i lavoratori erano operativi in un magazzino che non aveva ancora formalmente ottenuto il nulla osta. Particolare cruciale, dal momento che - secondo quanto ricostruito - il muletto di Pierini sarebbe finito su una macchia d'olio sul pavimento, forse proveniente dalla confezione danneggiata di qualche prodotto. «Restiamo col rimorso - spiegano i sindacalisti davanti ai cancelli di Unicoop Firenze - di non aver notato che il magazzino ha una via di fuga di appena un metro e mezzo».

Ad alleviare il rimorso arrivano però le parole di Stefano Petrioli (Asl 10), secondo cui la dinamica è chiara e non c'è nesso causale tra il fatto e ciò che sostengono i sindacati.


22 luglio 2011

Marco Gemelli

Il Giornale della Toscana


1 commento:

Anonimo ha detto...

Di cosa ci si meraviglia..quando basta ungere ...