03 luglio 2011

L'IPERCOOP MONDOVICINO (COOP LIGURIA) RIDUCE GLI SPAZI



Ormai l'uscita dal format iper è una relatà per molte Coop della distribuzione in tutta Italia





Unicoop Firenze è già all'opera. Ricordiamo però che quando si esce da alcune tipologie di prodotti, come nel caso di Unicoop, si è perso in competitività con la concorrenza in alcuni segmenti di mercato e qualche dirigente dovrebbe risponderne.

Più redditizio e meno impegantivo quindi uscire dall'attività principale e differenziare, in questo caso locando le superfici dismesse.

Seguono due articoli. Il primo con le dichiarazioni rilasciate dal presidente di Coop Liguria, Francesco Berardini. Il secondo con le critiche di Confcommercio del cuneese del presidente dell'associazione provinciale, Ferruccio Dardanello.

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Riduciamo per rendere più comoda la superficie di vendita, ma per i prodotti non cambierà nulla». Lo dice Francesco Berardini, il presidente della Coop Liguria. Si riferisce alla decisione che riguarda il punto vendita di Mondovì, all’interno del Parco commerciale di Mondovicino.


Nella Conferenza dei Servizi del 12 luglio, a Torino, il numero 1 della grande cooperativa di consumo presenterà la richiesta di riduzione dell’area di fronte alla galleria commerciale: da 7500 si passerà (se la proposta sarà accettata dalla Regione) a 5500 metri quadrati. Duemila metri quadrati in meno che saranno reimpiegati per insediare nuove attività non legate alla Coop. Le ragioni non sono di ordine commerciale o finanziario. «L’esperienza di quasi quattro anni di attività – spiega Berardini -, pur essendo positiva, ci ha detto che la dimensione di 7500 metri quadri è eccessivamente dispersiva. Ridurremo la vendita, non l’offerta. L’ipermercato diventerà più fruibile, con una dimensione pari a quella pensata in origine». Una decisione figlia della crisi? «No, lo escludo - replica il presidente – perché i numeri ci confortano con un’affermazione lenta, ma prevista in questa porzione di Piemonte».

I numeri dicono che il fatturato si aggira intorno ai 30 milioni all’anno e il settore «food» ricopre il 70% delle voci. I dipendenti sono 105, 14 dei quali inseriti di recente con contratto a tempo indeterminato. «Il ridimensionamento non interesserà i livelli occupazionali», dicono Gianni Trovato, coordinatore divisione ipermercati Coop Liguria, e il direttore di Mondovì Stefano Accurso che, nel giro dieci giorni lascerà il posto a Lorenzo Ricci, «cresciuto» a Mondovì. Un’operazione di cui era a conoscenza l’amministrazione comunale. «Abbiamo saputo delle intenzioni di Coop – dice Guido Tealdi, vicesindaco e assessore al Commercio. Si tratta di una scelta imprenditoriale che deve godere di una sua autonomia, ma abbiamo ricevuto rassicurazione sui livelli occupazionali».

A gennaio Ipercoop e sindacati hanno firmato un’intesa per l’assunzione progressiva di 26 dipendenti a tempo determinato entro due anni. Aperto il 7 novembre 2007, l’insediamento ha richiesto ingenti investimenti per strutture, attrezzature e impianti e comporta costi rilevanti sia per la necessità di estendere la comunicazione ad un bacino di utenza particolarmente ampio, di dimensione sovra-regionale, sia per la maggior richiesta di servizio nei giorni festivi e nei fine settimana, che rappresentano infatti oltre il 50% degli incassi totali realizzabili. Nello stabile che raduna galleria commerciale (gestita dalla società Igd) e Ipercoop, a fine 2010, si sono registrate circa 2 milioni e 300 mila presenze, con un incremento di circa il 5% rispetto all’anno precedente. I settori di vendita di Ipercoop sono: alimenti freschi e freschissimi, focacceria Coop, multimediale, Casa e persona, parafarmacia, edicola, bricolage stagionale.


30 giugno 2011


Gianni Scarpace


La Stampa

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L'Ipercoop di Mondovicino riduce gli spazi. Confcommercio: “Come volevasi dimostrare”



La notizia è di questi giorni. L'Ipercoop con sede all'interno del complesso commerciale Mondovicino, nella periferia di Mondovì, vuole ridimensionare la superficie occupata. Dagli attuali 7.500 metri quadri intende passare a 5.500, con una riduzione significativa. Il cambiamento comporta la richiesta di autorizzazione in deroga alla Regione in quanto interessa uno spazio superiore ai 4.500 metri quadri. Nella prossima riunione della Conferenza dei servizi, a Torino, il 12 luglio, la domanda sarà esaminata e discussa.

La Confcommercio – spiega Ferruccio Dardanello, presidente della organizzazione a livello provinciale – sarà presente con i propri rappresentanti. Conosciamo le difficoltà di tutto il sistema commerciale compresa la grande distribuzione, anch'essa chiamata a pagare le conseguenze del calo generalizzato dei consumi ma, quanto sta accadendo a Mondovì induce, però, ad un paio di riflessioni. Il progetto di creazione di Mondovicino ci ha sempre visti in posizione fortemente critica. Abbiamo sostenuto, anche quando dati mirabolanti presentati dai fautori del progetto e avallati dai decisori locali si contrapponevano alla nostra tesi, che la nascita di una realtà commerciale tanto imponente fosse sovradimensionata rispetto al bacino di utenza, previsto ben oltre l'area monregalese, sino alla Liguria ed alla Francia. Oltre a questo, ci siamo detti convinti che a pagare sarebbe stata la rete distributiva tradizionale di Mondovì e dei piccoli centri vicini. Entrambe le ipotesi, purtroppo, si sono avverate”.

In effetti la decisione di ridurre gli spazi dedicati all'ipermercato alimentare, da sempre elemento trainante per i centri commerciali, appare anomala e dimostra che le perplessità erano fondate. I vertici dell'Ipercoop ligure, che ha creato la piastra, addolciscono la pillola parlando di riorganizzazione. Di fatto, si riduce di quasi un terzo la superficie disponibile e si fa supporre una situazione non rispondente alle previsioni ottimistiche del passato. Le file di francesi e liguri non ci sono state e la clientela locale non appare, forse, adeguata ad una struttura pensata per grandi numeri. Si è avverata, purtroppo, anche la previsione di crisi per i punti vendita di vicinato di Mondovì e del monregalese, costretti a pagare duramente la presenza di un concorrente difficile qual è la grande distribuzione. Molti negozi, anche nelle vie centrali, tradizionalmente vocati alle attività commerciali, sono stati costretti a chiudere i battenti minando un equilibrio nato e sviluppato nel tempo.

“Il monito che si può trarre da quanto sta accadendo è chiarissimo, rivolto soprattutto a quanti sono chiamati a legiferare a livello nazionale, regionale e comunale. - sostiene Beppe Ballauri, presidente dell'Ascom di Mondovì – Se si continua a prevedere, nei piani urbanistici la localizzazione di grandi insediamenti commerciali, il problema dell'antieconomicità si proporrà ogni volta. E questo avverrà, purtroppo, quando i punti vendita tradizionali avranno già chiuso, stroncati dalla concorrenza. Ogni iniziativa innestata su ipotesi sbagliate o previsioni gonfiate non può che fallire o, almeno, trovarsi in difficoltà”.



1 luglio 2011

(c.s.)

targatocn


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