11 novembre 2009

AFRAGOLA: L’IPERCOOP DOVREBBE RIAPRIRE LA PROSSIMA SETTIMANA


La Procura di Napoli ha dato l’ok per il dissequestro dell’ipermercato di Afragola, chiuso da un mese: sospiro di sollievo per i dipendenti.


Schiarita sul fronte Ipercoop: lunedì 16, infatti, potrebbe essere il giorno della nuova riapertura, ad un mese esatto dal crollo dell’intelaiatura di ferro, posta al di sopra delle casse. Il sequestro dell’ipermercato, infatti, scattato da allora è stato revocato ieri dalla Procura di Napoli, che ha effettuato le indagini sul caso.

Tirano un sospiro di sollievo dunque i dipendenti dell’Ipercoop, che nelle scorse settimane avevano inscenato una clamorosa protesta per evitare che il 20% della mensilità di dicembre fosse detratta dal Tfr, come paventato dall’azienda ai sindacati in un primo momento. Da oggi dunque si rimette in moto la macchina organizzativa per consentire la riapertura entro breve dell’ipermercato, coi fornitori in prima fila: solo dopo si potrà fare una stima dei danni economici di questo mese di chiusura.

La struttura riapre i battenti, ad eccezione della galleria "Le Porte di Napoli", rimasta sempre aperta, dunque proprio in prossimità dell’avvio delle vendite natalizie, il momento più atteso per gli operatori del settore.

10 novembre 2009

Andrea Terracciano

Il Mediano.it

5 commenti:

Anonimo ha detto...

ll tribunale del lavoro di Torino ha dichiarato antisindacale la disdetta dell'integrativo nazionale da parte del colosso francese della grande distribuzione stabilendo il ripristino della precedente situazione riconosciuta ai lavoratori del gruppo Carrefour. L'unilateralità della decisione relativa alla revoca di alcuni diritti rende valido, fino al 31 dicembre prossimo, il contratto integrativo scaduto a fine 2007 e prorogato, in attesa del rinnovo.
Nella sentenza appare evidente la forzatura effettuata per consentire un più rapido passaggio di proprietà degli ipermercati di Puglia e Basilicata in Coop Estense, apparendo poco trasparenti e non lineari alcune posizioni espresse in questa vicenda e rimarcate dalla "sorpresa" dello stesso giudice del lavoro.
Dal testo: "...dalle deposizioni (...) è emerso un po' sorprendentemente che uno dei principali ostacoli al raggiungimento dell'accordo era stata la decisione del gruppo Carrefour Italia di dismettere gli ipermercati pugliesi e lucani proprio nel bel mezzo delle trattative orientate anche alla soluzione occupazionale di tali unità operative. Ad ogni buon conto, di simile operazione non sussiste traccia - davvero sorprendentemente - in tutto il ricorso (...) rimanendo perciò estranea al thema disputandum.
T.C. 12 nov.2009

Anonimo ha detto...

12 novembre 2009

Confcommercio: nel 2009, chiusi 20mila negozi e 130 mila lavoratori in meno
Oltre 50 mila negozi hanno chiuso nei primi 9 mesi del 2009 e a fine anno il saldo negativo tra aperture e chiusure sarà di circa 20 mila unità - sono i dati forniti dalla Confcommercio che ha presentato uno studio sullo stato della crisi. Ma a preoccupare ancora di più solo le cifre sui disoccupati nel settore: solo nel 2009, 130mila lavoratori in meno. Cifra destinata a crescere nel 2010 fino a sfiorare quota 180mila. Le ore di cassa integrazione concesse nei primi nove mesi del 2009 equivalgono da sole all’ammontare complessivo di quelle totalizzate nell’ultimo triennio: rispetto all’anno scorso il numero di ore di Cig autorizzate tra gennaio e settembre 2009 ha fatto segnare un 330%.
“Non solo gli esercizi alimentari specializzati si sono ridotti (-13mila)” ha sottolineato Sangalli, Presidente della Confcommercio “ma oggi le vendite dei prodotti alimentari soffrono anche nella grande distribuzione”.

“Sono dati allarmanti” afferma Franco Martini segretario generale della Filcams Cgil la categoria che si occupa proprio del commercio “la contrazione dei consumi sta innescando una spirale negativa che deve essere assolutamente interrotta con interventi concreti di sostegno al reddito”.
“Nel commercio” prosegue Martini “aumentano i tagli di personale e aumenta la flessibilità, con molti dipendenti costretti al lavoro part-time; completamente in balia delle esigenze dell’azienda e senza un salario sufficiente al proprio sostentamento.”
Con l’obiettivo di ridurre l’incidenza del costo del lavoro, tra l’altro, alcuni catene di distribuzione stanno riducendo diritti e prerogative acquisite dai lavoratori con la contrattazione collettiva di seconda livello, peggiorando ulteriormente le condizioni di propri dipendenti.



FILCAMS-Cgil
Federazione lavoratori
commercio turismo servizi
UFFICIO STAMPA

Anonimo ha detto...

L’AQUILA.
Vittorio Di Carlo, responsabile sviluppo area Abruzzo di Conad Adriatico scrive in una nota: «La decisione di abbandonare le attività a Campo di Pile e al centro commerciale Amiternum la Coop Centro Italia l’ha assunta da tempo: subito dopo il 6 Aprile ha disdettato i relativi contratti d’affitto. Tale decisione è stata assunta, quindi, non perché il Comune tardava nel dare risposte (sul nuovo sito ndr), ma perché gli interessi dell’azienda andavano nella direzione di disimpegnarsi da quelle gestioni. Scelta imprenditoriale autonoma e legittima. La cosa singolare in questo caso è che, a fronte di questa decisione aziendale, si provi ad addossare la responsabilità ad altri: l’amministrazione pubblica o i concorrenti. Il sindacato dovrebbe chiedersi come mai tale scelta è stata assunta senza tener conto del destino dei lavoratori occupati in quei due supermercati. I consiglieri comunali hanno il diritto/dovere di poter esercitare le proprie funzioni con serenità e coscienza senza essere additati come coloro che determinano la perdita di posti di lavoro. I licenziamenti li vuole effettuare Coop e non il sindaco o il consiglio comunale. Il terreno in località Sant’Antonio è stato espropriato a valore di mercato ed è di proprietà dello Stato. Tutti gli operatori commerciali dell’Aquila si sono attivati per ripristinare le attività dopo il sisma. Nessuno, tranne coop, si è sognato di assediare l’amministrazione pubblica, ma molti hanno collaborato con la stessa per individuare le soluzioni possibili».
IL CENTRO.IT

Anonimo ha detto...

Terremoto Filcams: accordo contestato, segretario in bilico
martedì 10 novembre 2009
CGIL/LAVORO FESTIVO

Da Il Manifesto del 10 novembre 2009

Sara Farolfi

Una scossa di terremoto in casa Filcams, la categoria del commercio Cgil, proprio nei giorni di apertura del sedicesimo congresso della confederazione. I fatti risalgono al 24 settembre scorso: al tribunale di Milano si celebra un ricorso presentato dalle categorie del commercio di Cgil, Cisl e Uil contro Esselunga per attività antisindacale, in relazione al lavoro domenicale. L’azienda ha ’comandato’ ai lavoratori le domeniche, i lavoratori hanno rifiutato – sulla base del contratto aziendale che prevede il lavoro domenicale solo su base volontaria – e per tutta risposta il gruppo fa partire le contestazioni disciplinari. Immediatamente parte il ricorso delle tre organizzazioni sindacali. Ma il 24 settembre, in aula, Esselunga porta a propria discolpa un documento firmato a fine giugno dai tre segretari generali di categoria in cui si dice che «in relazione al Patto per il lavoro, sottoscritto il 23 giugno 2009 le parti ribadiscono che lo stesso conferma integralmente tutte le norme contenute nel contratto nazionale del 18 luglio 2008». Quell’accordo, dice in pratica l’azienda, ci autorizza ad avere il lavoro domenicale. Sollevando un polverone, perché di quello stesso accordo nessuno era al corrente. E ora – prima del direttivo di categoria convocato appositamente il 24 novembre – c’è chi chiede le dimissioni del segretario generale Franco Martini. Facciamo un passo indietro, fino al 18 luglio 2008: è il giorno del contratto separato nel commercio, il primo della stagione. Tra le ragioni che portarono il maggiore sindacato a non firmare c’era proprio il nodo della domenica lavorativa, che nel contratto venivamessa a completa disposizione delle aziende. Parte così la mobilitazione dei lavoratori, seguita poi da un lavoro di ritessitura delle relazioni sindacali. Il 23 giugno 2009, dopomesi di trattativa, si era arrivati a un accordo unitario - il «Patto per il lavoro », appunto – ponte necessario per giungere, appunto il 18 luglio 2009, a un contratto nazionale unitario. Il nodo del contendere – le domeniche – viene risolto debolmente, non rinnegando la sostanza dell’accordo separato, ma rimettendone la richiesta alla contrattazione di secondo livello. La dichiarazione che porta pure la firma di Martini è del 24 giugno, il giorno dopo la firma del «Patto»: «Una garanzia per arrivare senza intoppi al contratto unitario», la definisce il segretario. In pratica, spiega Martini, «alcune grosse aziende minacciavano di ritirare la firma e hanno richiesto che l’accordo sulle domeniche fosse ribadito da un’ulteriore dichiarazione, cosa che però non hamodificato in nulla quanto già sottoscritto e che è decaduta immediatamente con la firma del contratto unitario». Nessuno però ne è stato informato e la vicenda, dall’udienza di fine settembre, è stata resa nota solo in questi giorni. Insomma, è l’accusa: così si mette in discussione il principio di lealtà verso l’organizzazione. Antonio Lareno, della camera del lavoro di Milano, chiede le dimissioni di Martini: «Il segretario ha raccontato balle a lavoratori e gruppi dirigenti e il resto della segreteria, dal 25 settembre in poi, ha fatto finta di nulla ». Da Bologna, la segretaria di categoria Ramona Campari lega la vicenda al congresso della confederazione: «È evidente che abbiamo bisogno di una discussione profonda, che non possiamo più procedere per aggiustamenti, ci siamo opposti al modello contrattuale, di questo dobbiamo discutere e deve farlo anche la Filcams

Insideman ha detto...

Solidarietà ai lavoratori della Esselunga – urgente un chiarimento in Filcams

La Rete28Aprile nella Filcams esprime pieno appoggio e totale solidarietà ai lavoratori della Esselunga in primo luogo di Milano, Brescia, che sono in lotta contro l’autoritarismo aziendale che vuole imporre nei modi più brutali il lavoro domenicale.
Nel corso della vertenza l’azienda ha prodotto un testo, sottoscritto anche dal Segretario generale della Filcams-Cgil, che, a suo parere, autorizzerebbe al lavoro domenicale senza alcun accordo ulteriore.
Questo testo è stato esibito anche in Tribunale nel corso di un articolo 28 presentato contro l’azienda dalle organizzazioni sindacali milanesi.
Quanto è avvenuto è un fatto molto grave che richiede un chiarimento totale:
1) è necessario che la Filcams nazionale assicuri pieno e totale sostegno alla lotta dei lavoratori della Esselunga e che smentisca formalmente il testo presentato dall’azienda;
2) è necessario un profondo chiarimento nella Filcams su tutta la vicenda, e più in generale sulla gestione del contratto nazionale;
3) a tale fine la Rete28aprile nella Filcams ritiene indispensabile la convocazione tempestiva del Direttivo nazionale della categoria.
Rete28Aprile Cgil nella Filcams
Roma, 10 novembre 2009