ARMANDO VANNI
già Presidente del Consorzio Etruria e successivamente Presidente del comitato di gestione di Unicoop Firenze
Il cda della Baldassini Tognozzi e Pontello ha nominato un nuovo presidente della Btp, dopo aver preso atto delle dimissioni di Riccardo Fusi tra gli indagati per l'inchiesta sulle grandi opere.
Fusi si era dimesso ieri. Sempre ieri il cda della Btp, si legge in una nota, ''ha cooptato con voto unanime Armando Vanni, e sempre all'unanimita', lo ha nominato presidente e consigliere delegato di Baldassini Tognozzi e Pontello''. 19 febbraio 2010
19 febbraio 2010
5 commenti:
Chissa se alla BTP anno una gabbia per il ricondizionamento della merce!
Bene bene ... vediamo se lo beccano con le mani nelle merende... intanto segnalo questa vecchia intercetazione:
[...]Sempre di liste si parla. C'è una conversazione intercettata tra Armando Vanni (uno dei massimi quadri del Consorzio Etruria e attuale presidente del consiglio di gestione di Unicoop Firenze) e Graziano Cioni.
Cioni: «Abbiamo un sindaco pazzo!».
Vanni: «Diciamo che mi meraviglio».
C: «La follia al potere».
V: «Mi meraviglio che te ne sei accorto ora. Dopo avergli salvato cento volte...».
C: «No, no, io ho tenuto il segreto professionale fino a ora».
V (ride): «L'hai salvato troppe volte».
C: «Eh ho tenuto il segreto professionale. Ascolta, mi fai incontrare qualcuno?».
V: «Lunedì o martedì?».
C: «No, come vuoi te, dai!»,
V: «L'importante deve essere... deve esserci la lista, i numeri di telefono, le persone».[...]
Dal Corriere Fiorentino del 30/11/2008
Articolo completo su:
http://tuttiperfirenze.blog.dada.net/
RANK
Armando Vanni da Unicoop a Presidente BTP, c'è qualche legame?
Finalmente cominciamo a vederci più chiaro, ora, nel silenzio delle Tv locali, che al massimo si limitano a riportare lo squallido e stringato comunicato, come dei pappagalli di trespolo, quella connessione che vi abbiamo sempre dichiarato fra mondo delle Coop e BTP, sta divenendo sempre più chiara. Anzi, l'idea è netta, per me; la Btp è una sigla, una delle solite invenzioni cui sono abituato.
Nel momento dello sforzo supremo e disperato, quando il gioco si fa estremo, allora, le decisioni diventano estreme e anche chi farebbe meglio a salpare, non può che decidere di restare sul vascello, in preda ai marosi. Ma sono tante le vittime di quel sistema coop, troppe, anche se dall'altro lato, i beoti, il gregge è ancora folto e compatto e lo si vedrà a breve, con il rinnovo della Regione, con il trionfo dei DS. Tutti fanno finta di non saper, dai soci della Unicoop, ai dipendenti, per non parlare dei vari amministratori pubblici, che magari neanche sanno chi è al vertice della Unicoop o della BTP, o cos'è la Firenze mobilità. il vecchio consiglio regionale, appena rieletto, tirerà avanti come sempre, e da Perugia, fra un cinque o sei anni, si avrà la solita sentenza, con qualche patteggiamento e qualche mese di condizionale. Intanto tutto gira come sempre, come tutti vogliono. Non parliamo dell'opposizione, perché il cartello o SISTEMA TOSCANO, è inglobato.
Tutti o quasi, tranne quel venti per cento di gente che non conta nulla. Ma quando a partecipare alle gare, si presenteranno altre imprese o associazioni d'imprese, cosa si farà per far restare tutto in Toscana, quali strategie, se non lasciare che a vincere sia il miglior offerente? secondo i criteri del vituperato mercato? Si ricorrerà al solito project, con la costruzione in grembo di una sigla imprenditoriale, dietro cui nascondere le solite firme? A quel punto, sarà solo un fatto politico oppure, quando fioccheranno gli esposti, le segnalazioni, le lettere anonime, sarà il caso di attivare le indagini e per tempo, da chi di dovere? Crediamo che già da adesso, si debba partire con nuove indagini, nuove di zecca, perché i nuovi assetti che si profilano, puzzano, dalla testa. Lasciar correre altri due o tre anni, per poi far esplodere la solita situazione, è il rischio già calcolato, compreso le dimissioni, il processo e un eventuale condanna a qualche mese (Ligresti ne ha fatto collezione, in carriera, ed è sempre al suo posto. In Inghilterra, probabilmente non lo farebbero nemmeno entrare al pub).
Ma siamo certi che le Autorità stanno già provvedendo.
Perdentipunti.com
La notizia è una "non notizia".
Chissà perché Campaini fece vuori il Vanni, che non era mica "torsolo" dei compagni di merende. Chissà, forse Unicoop si voleva cautelare dalle voci che aleggiavano già allora sui costruttori toscani che operavano con tanta disinvoltura tra appalti e amministratori disinvolti. Chissà. Per ora sono solo chiacchiere. Con la speranza che il "merendero" Vanni sia beccato con le manacce nel marmellatone....
PERUNALTRACITTA'
[Corriere Fiorentino 04/03/2010] Il project financing, cioè il finanziamento a lungo termine di privati per costruire e gestire opere pubbliche, è uno strumento che Btp ha usato molto in questi anni. Il capitolo «Firenze Mobilità», il project per realizzare alcuni parcheggi e il sottopasso di viale Strozzi nel capoluogo, torna spesso negli atti dell’inchiesta che la Procura fiorentina ha depositato al Tribunale del Riesame di Perugia. Dagli atti, emerge che il project financing è uno strumento privilegiato per la Btp, usato anche per la bretella Lastra a Signa-Prato. E dietro al project c’è una filosofia delle varianti che spunta dalle telefonate intercettate dai carabinieri del Ros.
Affari & politica Nella foto grande, l’ex presidente della società di costruzioni Btp, RIccardo Fusi, in via de’ Servi. Sopra, Angelo Balducci, ex presidente del Consiglio superiore per le Opere pubbliche. Sotto, Vincenzo Di Nardo, ex presidente di Firenze Mobilità Il caso al quale si fa riferimento è appunto quello dei lavori per la costruzione della bretella stradale a pedaggio Lastra a Signa-Prato, cui partecipa Btp. Ne parlano in una lunga conversazione l’ex presidente del’impresa di costruzioni Riccardo Fusi, accusato di concorso in corruzione e associazione a delinquere aggravata dalla finalità mafiosa, e l’attuale presidente di Btp ed ex del Consorzio Etruria Armando Vanni, al momento estraneo all’inchiesta.
È il 26 novembre del 2009. E Vanni chiama Fusi: in realtà si analizza la questione della linea 2 della tramvia di Firenze e si porta come esempio la questione della bretella. L’industriale pratese informa Vanni di aver richiesto all’attuale presidente di Consorzio Etruria Luigi Minischetti di «levare Bartaloni» (Fabrizio, presidente della Tram Firenze spa, ndr): «Gli ho fatto tutto il discorso che abbiamo fatto. Sto parlando di tramvia e gli ho detto: "Bisogna fare un tavolo urgente perché io così non ci sto. Altrimenti bisogna fare un consiglio: levare Bartaloni emettere uno che tuteli perché così non può andare"» . Vanni risponde: «Ieri sera gli avevo telefonato e l’avevo preparato, non facendogli numeri precisi ma facendogli questo esempio: "Te c’hai la bretella, la Prato-Signa, i numeri — a me non mi fregate — perché li ho fatti io, li abbiamo fatti insieme: per cui lì si sa che siamo intorno ad un 30%". Gli ho detto: "Gigi, se te devi vendere la bretella, quando partirà non la puoi vendere a un numero che è inferiore ad un 25%. Qui si tratta di lavori che per una storia o per l’altra non sono andati in gara. Perché se la bretella fosse andata in gara, ma figurati te se non avremmo fatto un 20-30% già allora. Abbiamo fatto tutte le varianti che c’è parso. Ora la stessa cosa vale anche per la linea 2 perché è un project, ci s’è lavorato, non abbiamo avuto concorrenti, per cui l’abbiamo presa a prezzo pieno. Qui stiamo parlando di due cose straordinariamente interessanti che c’è voluto 10 anni per fare, ma che sono a prezzo pieno per cui non è che si possa parlare di cifre ". Gli ho detto che "questo è un lavoro veramente cantierabile nel giro di 15 giorni". Lui era molto convinto»
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