Ernesto Dalle Rive (foto)
Della fusione delle tre grandi Coop del nord Italia, Novacoop (Piemonte), Coop Lombardia e Coop Liguria, se ne parla da molto, ma i tempi si dilatano sempre di più e qualche dubbio rimane.
A crederci sembra più che altro il presidente di Novacoop, Dalle Rive, che è anche presidente del Consiglio di Gestione di Coop Italia, carica che potrebbe non essere riconfermata a vantaggio di qualche esponente della cooperazione emiliana.
In passato il più scettico dei tre presidenti è parso quello di Coop Liguria, Francesco Berardini, che mesi fa aveva dichiarato: «abbiamo deciso di non concentrarci unicamente sugli aspetti finanziari dell'operazione, ma di privilegiare le questioni operative: solo se il soggetto unico si rivelerà più efficiente andremo avanti, trovando una formalizzazione adeguata».
Nel dicembre scorso i cda delle tre coop hanno approvato un documento comune che prevede di assegnare ad un advisor (Unipol o Deloitte) il compito di comparare gli ultimi tre bilanci degli aspiranti partner, simulare la fusione e calcolare i benefici delle sinergie. Nel comunicato attuale, il presidente Dalle Rive non vi fa riferimento. Si parla invece di un piano d'impresa di Unicommercio che costituirebbe la base per definire i tempi della fusione in un'assemblea nel prossimo dicembre e sempre Dalle Rive ammette che «è un processo complesso che potrebbe anche avvenire gradualmente». Lo stesso Dalle Rive qualche mese fa non aveva nascosto le difficoltà: «non è facile costruire un percorso di integrazione con soggetti così diversi, abituati a muoversi in mercati molto differenti tra loro».
In ogni caso, visto i bilanci non proprio profittevoli di alcune Coop, in special modo Coop Lombardia e la difficoltà acuita dalla crisi nel tener testa in un mercato sempre più competitivo, la strada della fusione appare come quella da percorrere.
Se il progetto dovesse finalmente decollare, non sono da escludere tentativi analoghi negli altri due distretti: quello adriatico, dove Coop Adriatica potrebbe coinvolgere le altre due coop (Estense e Consumatori Nordest) che se la passano un pò peggio.
Lo stesso dicasi per il Distretto Tirrenico, dove Unicoop Firenze potrebbe finalmente giungere ad un accordo con la recalcitrante, ma poco redditizia Unicoop Tirreno, che sta cercando, in una fase congiunturale non certo facile, di rialzare la testa dopo tre bilanci consecutivi in rosso.
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Il progetto di fusione fra le tre grandi Coop della distribuzione del Nord Italia (Piemonte, Liguria e Lombardia) ''va avanti, anche se potrebbe subire rallentamenti''. Lo ha detto il presidente Ernesto Dalle Rive, che ha presentato oggi il bilancio di sostenibilita' della societa' leader in Piemonte nella grande distribuzione.
''A novembre – ha spiegato – avremo il piano d'impresa messo a punto da Unicommercio e sulla base di questo, a dicembre, l'assemblea definira' i tempi della fusione. E' un processo complesso che potrebbe anche avvenire gradualmente''.
Le tre Coop hanno gia' integrato le attivita' di logistica, i servizi informativi e gli acquisti attraverso il Consorzio Nord-Ovest (non è incoraggiante che la relativa pagina web "non è presente" - nota blog).
Per Nova Coop Piemonte, che ha 675 mila soci e una rete di vendita formata da 35 supermercati, 13 superstore e 15 ipermercati, il calo dei consumi non frena i conti: la previsione e' di chiudere il 2011 con un aumento dell'1% rispetto alla cifra record di 1 miliardo e 28 milioni del 2010.
21 settembre 2011
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