23 giugno 2010

STORIA DEGLI APPALTI IN UNICOOP TIRRENO: IL RACCONTO DI UNA GIGANTESCA FREGATURA PER I LAVORATORI, A NOI MOLTO VICINA

Quello che segue è un esaustivo riepilogo del processo di terziarizzazione avvenuto dal 2000 nel settore della logistica di Unicoop Tirreno (ex Toscana-Lazio).
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E' un racconto dettagliato e inquietante. Invitiamo tutti, colleghi e non, a leggerlo con attenzione, a spendere 10 minuti su questo scritto che ci dice più di tante altre informazioni che possiamo ottenere.
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Data la sua lunghezza, limitiamo al minimo la nostra introduzione. Diciamo che è davvero una brutta pagina scritta da Unicoop Tirreno con la complicità di sindacati molto compiacenti.
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Questo è il miglior documento su cui riflettere, perché in esso troverete molte delle situazioni presenti nel settore logistica di Unicoop Firenze, che in parte si sono realizzate e altre che sono in corso d'opera. Leggiamolo. Più consapevoli, più forti.
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La vicenda delle terziarizzazioni della logistica di Unicoop Tirreno inizia nella seconda metà degli anni ’90: viene affidato a McKinzey, ditta specializzata nelle ristrutturazioni aziendali (già all’epoca tristemente nota), l’incarico diridisegnare il modus operandi dell’allora Coop Toscana-Lazio (ex “La Proletaria”).

Iniziano dal settore amministrativo, ridefinendo i ruoli all’insegna di una maggiore managerialità, per poi proseguire con i punti vendita. L’idea guida è la riduzione dei costi fissi (in primis il costo del lavoro) e la responsabilizzazione dei lavoratori addetti alle vendite: vengono raggiunti col sindacato interno (in modo maggioritario Filcams CGIL) quegli accordi su flessibilità e salario variabile che permetteranno di ridurre il monte salari andando progressivamente a sostituire i lavoratori in rapporto di lavoro full-time a tempo indeterminato con nuovi assunti a part-time (orizzontale e verticale) inseriti in un tourbillon di rapporti a tempo determinato, anticamera della possibile assunzione a tempo indeterminato.

Non sono in grado di ripercorrere le tappe della vicenda riguardante il personale interno; posso dire che è andata culminando all’Ipercoop di Livorno (Porta a terra), dove la grande concentrazione di lavoratori “di nuova generazione” ha prodotto significativi episodi di antagonismo, con l’entrata in scena del Sindacato dei Lavoratori, SdL, sul cui sito, volendo, si possono reperire maggiori informazioni…

Poi, e siamo all’anno 2000, viene affrontata la ristrutturazione della logistica: si procede alla terziarizzazione del Centro di Distribuzione di Vignale, anche con la creazione di piattaforme cui vengono affidati il settore carni ed il settore bibite ed acque minerali; il trasporto delle carni viene affidato alla ditta Bartolini, mentre le acque minerali (e bibite) vengono dislocate inizialmente a Cecina (poi a Venturina) ed affidate, anche per la “preparazione”, alla Dinamica Scarl . Entrambe le piattaforme iniziano ad operare con personale proprio, assunto ad hoc, non essendo i camionisti Coop disposti a “cambiare casacca”.

La preparazione dei generi vari , della frutta e dei latticini viene affidata alla CGS (Consorzio Generale Servizi), proteggendo i lavoratori ex-coop degli effetti del cambio di contratto attraverso il mantenimento degli effetti economici del contratto di provenienza.

Lo stesso meccanismo viene utilizzato quando, nel 2002, si procede alla terziarizzazione anche del reparto consegne, ovvero il nocciolo “duro” rappresentato dai camionisti, poco inclini a passare alle condizioni lavorative del settore dell’autotrasporto. Sotto la garanzia di mantenimento del posto di lavoro e delle spettanze derivanti dal contratto nazionale e dall’integrativo aziendale sono stati incentivati al passaggio in Dinamica scarl, utilizzando lo strumento della mobilità, mentre alcuni, più prossimi alla pensione, hanno potuto godere di uno scivolo..

Nel corso del 2002, a due a due, sono quindi transitati dalla mobilità per poi essere assunti da Dinamica, la quale ha distaccato due suoi lavoratori della piattaforma acqua per rimpiazzare i due “licenziati” Coop momentaneamente in mobilità. Al termine del 2002 il percorso era ultimato.
Vale la pena di osservare che nel 2001 Coop Toscana–Lazio ha dichiarato lo stato di crisi, in concomitanza con la disponibilità, per il comprensorio di Piombino, di fondi strutturali europei sull’obiettivo 5b, ossia a sostegno delle aziende in crisi nei comprensori investiti dalla deindustrializzazione. Credo che da tali misure derivino i fondi destinati ad incentivare l’uscita dei camionisti dall’organico Coop; non ho però informazioni più precise, vista la reticenza a rivelare il contenuto degli accordi siglati da parte degli interessati. Si è trattato comunque di una trattativa “ad personam”.

Gli ex-Coop sono quindi entrati nell’organico Dinamica, ditta dell’autotrasporto di recente costituzione con struttura di cooperativa: ad essi è stato “applicato” il contratto di trasporto, con opportune modifiche.
Dinamica già pagava i propri soci-lavoratori corrispondendo loro 12 mensilità di paga-base (quella da contratto nazionale) e, unitamente, 12 mensilità di trasferta (quindi indennità, sotto il profilo fiscale e previdenziale), comprendendo in questa tutte le altre voci, dagli straordinari alla tredicesima e quattordicesima, al TFR e quant’altro potesse derivare da una contrattazione di 2° livello. I lavoratori ex-Coop sono stati inseriti nel sistema applicando loro la stessa struttura di retribuzione.

Questo ha dato luogo ad una evidente disparità di trattamento economica tra chi proveniva dalla “casa madre” ed i lavoratori assunti direttamente da Dinamica (la quale, per di più, si è andata modificando in una struttura consortile, procedendo nel tempo ad assunzioni a condizioni sempre più differenziate). Infatti, mentre i primi conservavano “in chiaro”, quindi soggette a tassazione e contribuzione previdenziale, le spettanze derivanti dal proprio contratto di provenienza compreso l’integrativo aziendale, per tutti gli altri i redditi “in chiaro” si riducevano a sole 12 mensilità-base.

Ciò ha determinato imponibili previdenziali irrisori, spesso al di sotto della soglia minima di contribuzione, come molti di noi hanno recentemente acclarato con l’INPS. Per tutti, poi, veniva incentivato lo straordinario, nascondendolo nella trasferta, anche a fronte di un analitico delle presenze dato dalle timbrature del cartellino.

Il sistema ha reso immediatamente più “flessibile” la gestione delle consegne: avendo una disponibilità spesso illimitata da parte degli autisti (presi singolarmente ed anche in competizione, alcuni, per accaparrarsi lo straordinario) non ci si è più trovati a fare i conti con la necessità di organizzare il lavoro e le turnazioni, incrociando così la filosofia McKinsey della preminenza delle vendite, con i negozi ad avanzare richieste di “servizio” e l’appaltatore tenuto a soddisfarle comunque.

In verità si è mantenuto un “ordine di servizio” di riferimento, con turnazioni determinate anche nel lungo periodo, spesso però disatteso per coprire non solo buchi imprevisti (malattie, infortuni) ma anche la carenza d’organico a fronte delle richieste di trasporto avanzate dall’appaltante Coop.

Conseguentemente il monte ore straordinario mensile è stato spesso attorno, se non oltre, le 5.000 ore (su 60 – 70 autisti).
Le richieste di “normalizzazione” che provenivano da alcuni autisti si sono sempre infrante contro un muro innalzato dal sindacato (categorie del commercio e cooperazione, che allegramente gestivano il contratto di trasporto in vece delle categorie competenti).
Tutti lavoravamo a 37 ore settimanali (come prima in Coop), con uno sconto per gli autisti “puri” di due ore, rispetto alle 39 di contratto, tutti senza limiti allo straordinario; questo “vantaggio” veniva fatto apparire come il portato dell’accordo di terziarizzazione la cui gestione, nel tempo, spettava al sindacato “interno”.


Che la voce trasferta fosse così composta, fuori dalle norme e dalla legalità, era ben noto ai dirigenti sindacali, e che la vera trasferta, dovuta ai dipendenti diretti, non venisse corrisposta risultava ai loro occhi ininfluente a fronte degli “enormi” vantaggi che ai lavoratori essi dispensavano (un Ente Bilaterale monocratico, se mi si passa il termine).

Un grande vantaggio economico era incamerato da Dinamica, ovviamente, dei cui bilanci, in quanto soci-lavoratori inadempienti (forzatamente) nel versamento della quota associativa, non potevamo discutere, né prendevamo visione.

Il sistema, con qualche piccola scossa d’assestamento, è andato avanti fino al 2006. (Giova ricordare che gli effetti della L. 142/2001 sulle cooperative, in termini di contribuzioni previdenziali, sono maturati nel quinquennio 2001-2006). A questo punto, oramai parificati al settore privato gli obblighi contributivi, la Dinamica si “inventa” una cessazione e relativo subentro di Log.Net, ditta con sede a Ceccano (FR) già entrata, alla fine del 2005, nella piattaforma acque di Venturina e nelle piattaforme del Lazio.

Passaggio in mobilità per tutti: firmiamo le dimissioni da socio consapevoli di ottenere l’assunzione come dipendenti (non più soci-lavoratori!) Log.Net alla fine del 2006.
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Se sul piano contributivo il cambiamento è stato sensibile (il mio imponibile previdenziale passa da 15.000 a 22.400 euro nel 2007) il passaggio non ha però modificato la struttura del lavoro: il contratto di servizio con Coop e rimasto quello. Non so come si sia fatto, se con sub-appalto o con altra forma: sta di fattoche nulla è cambiato, né la casacca, né organizzazione del lavoro, né la catena di comando, nel frattempo trasformatasi in Dinamica Gruppo (includente Log.Net)…
E questo vale, con gli opportuni aggiustamenti, per tutte le piattaforme gestite, in Toscana e nel Lazio, da Dinamica.

Ancora 3 anni e siamo nel 2009; scadono i benefici previdenziali derivanti dalla mobilità e di nuovo se ne affaccia un’altra: l’azienda è in difficoltà e bisogna ripassare il tutto a Dinamica Gruppo.

I sindacati “interni” sembrerebbero possibilisti mentre molte perplessità vengono avanzate dalla Filt-CGIL (categoria del trasporto e logistica) la quale ha incominciato a tesserare alcuni lavoratori nel 2005 e da allora gradualmente cerca di entrare in possesso del mandato di rappresentanza che le compete (tutti i lavoratori anche delle piattaforme esterne sono a contratto logistica e trasporto, ma vengono gestiti dalla Filcams-CGIL).

Proseguendo nell’opera di “regolarizzazione" intrapresa, che aveva già portato nel precedente passaggio Dinamica-Log.Net all’emersione di una serie di spettanze con quell’innalzamento
di montante contributivo che riferivo poc’anzi, la categoria Filt chiede di subordinare la mobilità ad un parere preventivo dell’Ispettorato del Lavoro, che emetterà parere contrario.

Nel frattempo i lavoratori, il 6 aprile 2009, oramai consapevoli della fragilità della loro posizione, chiedono ai sindacati territoriali di superare la rappresentanza sindacale costituita dalla RSA (1 delegato Filt, 1 delegato Filcams, 1 delegato UIL) costituendo la RSU, cioè una rappresentanza lorodiretta emanazione.

Qui esplodono le cose. Si incominciano ad avvertire segnali del cedimento della Log.Net: versamenti contributivi non pervenuti vengono riscontrati da alcuni lavoratori, iniziano difficoltà di approvvigionamento gasolio, ulteriore stretta sulle manutenzioni..

Avviene un contatto con la presidenza di Unicoop Tirreno (tale è l’attuale denominazione di Coop Toscana Lazio) che viene informata delle problematiche che stanno emergendo; da questo momento Unicoop Tirreno procederà da sola in una direzione della quale scopriremo solo recentemente gli esiti (è d’altronde la stazione appaltante!).

Il sindacato Filcams CGIL e la UIL si oppongono in tutti i modi alla elezione della RSU, che viene rimandata a dopo il passaggio diretto dei lavoratori da Log.Net a Dinamica Gruppo. Il passaggio viene quindi curato dai territoriali e dalla RSA: produce un accordo che impegna Dinamica Gruppo a coprire gli ammanchi di Log.Net.

Il passaggio avviene il 31 dicembre 2009. Log.Net, che intanto ha cambiato nome in General Cooperativa, esce di scena forse portandosi via un po’ di debiti.
Dinamica Gruppo continua purtroppo nel solco della Log.Net: ancora versamenti non effettuati, ritardi nei pagamenti, fatica a mantenere gli impegni presi; tanto che anche la Filcams comincia a tuonare nei suoi confronti.

Ancora si rinvìa l’elezione della RSU, solo la Filt si dice disponibile: pare che Dinamica se ne stia andando (o viene cacciata – le voci si rincorrono) e non c’è tempo per la trafila elettorale e la RSA, sostituita per delega della categoria dopo la dimissione dei delegati, passati a ruolo di responsabili del servizio, viene costretta a passare per una votazione confermativa, che porterà via due altre settimane (con tre si faceva la RSU).

Intanto avvengono incontri tra l’ufficio personale di Unicoop Tirreno e gli ex-coop, da cui si cerca in tutti i modi di tenere lontani i delegati Filt, così come Unicoop Tirreno si nega ad un incontro richiesto da Filt viste le oramai battenti voci che si rincorrono di un cambio di appalto.
E giungiamo all’epifanìa.

Il 30 aprile 2010 la RSA viene ricevuta, assieme ai sindacati confederali della cooperazione, livelli nazionali, regionali e territoriali, da Unicoop che comunica la cessazione del contratto d’appalto con Dinamica, la quale ha già fatto partire le lettere di licenziamento per il giorno 14 maggio, e il nome del nuovo appaltatore: Cooperativa Fiorentina Trasporti, CFT. Di questo informa i propri sindacati interni e non la Filt, essendo questa categoria del trasporto e quindi “altra”.

Nel cambio d’appalto vengono garantite la copertura degli ammanchi contributivi di Dinamica (in forza di legge, Ndr), l’assunzione da parte del nuovo appaltatore per coloro che lavorano a Vignale da almeno 10 mesi e le spettanze agli ex-dipendenti (come da accordo del 2001 - quello che ha dato il via alla terziarizzazione del reparto). Tutti gli altri, cioè i lavoratori a contratto di trasporto e logistica “puro”, perdono la contrattazione di secondo livello, gli scatti di anzianità (discuteremo!), qualsiasi emolumento che possa considerarsi “ad personam”: così è la legge, viene detto, ed ad essa ci atteniamo.

Nulla vale l’obiezione che la stazione appaltante può inserire clausole aggiuntive di protezione sociale. I sindacati interni hanno quindi firmato il protocollo a tutela dei propri rappresentati (22 su 102) nel mentre la RSA ha potuto solo prendere atto. A questo punto i problemi sono dei lavoratori degli appalti, ma per Unicoop l’obiettivo è raggiunto: il costo dell’appalto si è ridotto sensibilmente, ci hanno detto!
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Dal sito: CONTROLACRISI.org

Documento di origine

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7 commenti:

Anonimo ha detto...

BEH, VICENDA CONTORTA E A TRATTI PARADOSSALE MA TALMENTE PIENA DI ANALOGIE CON UNICOOP FIRENZE CHE DEVE DAVVERO APRIRE GLI OCCHI A TUTTI, SULLE INTENZIONI DELLA DIRIGENZA E SUL RUOLO DEI SINDACATI.......RIFLETTIAMO E SCEGLIAMO FINCHE' SIAMO IN GRADO DI FARLO!!!!!

Anonimo ha detto...

La testimonianza, molto importante, è circostanziata principalmente all'attività di autotrasporto.

Non è chiaro infatti, come e in che termini gli addetti Unicoop tirreno dei repari generi vari, ortofrutta e latticini, passarono senza batter ciglio sotto la ditta appaltante CGS.

Coord. USB Ipercoop Livorno ha detto...

Visto che è stato citato il nostro blog, cogliamo l'occasione per segnalare che con la nascita di USB è nato anche il nostro nuovo blog usblivornoipercoop.blogspot.com

Grazie per la citazione e complimenti per questa ricostruzione e per l'ottimo lavoro che state portando avanti.

Saluti

Coordinamento USB Ipercoop Livorno

USB Lavoro Privato ha detto...

Mi sembra che la storia sia simile con una differenza, mi sembra siate meno propensi a lasciare in mano la trattativa al sindacato "interno", come viene definito nella ricostruzione, credo che questa differenza possa portare ad un finale migliore.
Un Saluto
USB Lavoro Privato Roma

Lavoratori Unicoop ha detto...

Anni di "vessazioni" da parte delle OO.SS. ci hanno portato ad agire con vertenze private (vinte) e ad una maggiore consapevolezza. Ma questp riguardava solo una parte di lavoratori.

La lieta sorpresa è il documento di diffida nei confronti delle OO.SS. di cui abbiamo scritto e che è stato votato all'unanimità dall'assemblea dei magazzini.

Speriamo che si siano creati adeguati "anticorpi" tra i lavoratori, per reggere all'eventuale scenario che si è verificato in Unicoop Tirreno.

Sappiamo bene che razza di cooperativa sia CFT e nessuno sano di mente a voglia di finire in quel tritacarne !!!

Saluti

Insideman ha detto...

Logistica, «le irregolarità sono diffuse»

Sindacati preoccupati mentre i carabinieri stanno indagando

Le aziende che gestiscono i poli logistici, cioè i committenti delle cooperative di lavoro, devono rispondere in solido per le eventuali violazioni di queste ultime: è il punto in comune della riflessione di sindacalisti dello Slai Cobas e della Filt Cgil su un quadro di disagio diffuso tra i lavoratori dei grandi magazzini di smistamento merci spuntati in questi anni nelle campagne lodigiane.
Una situazione sulla quale ora un’inchiesta dei carabinieri di Piacenza, con informativa anche alle procure di Lodi, Cremona e Mantova, getta anche l’ombra della corruzione, di imprenditori sospettati di dare denaro a funzionari che devono vigilare sulla sicurezza e altre norme sul lavoro in queste aziende. Un’indagine che era partita dal dirigente della Direzione provinciale del lavoro di Piacenza, Alfonso Filosa, in passato in carica a Mantova, che è oggetto di più inchieste per corruzione e concussione, e che si è ora focalizzata anche su M.F., 34 anni, la cui impresa presta servizi anche a logistiche lodigiane. La difesa di M.F. lo dipinge come la vittima di concussione, e non certo come una persona cui piaceva corrompere, Filosa dal canto suo ha depositato un memoriale, ieri nel corso dell’interrogatorio di garanzia, nel quale addirittura esclude di conoscere M.F. I carabinieri, per conto della procura piacentina, hanno al contrario documentato cene nelle quali Filosa, l’imprenditore 34enne e due sindacalisti della Cisl piacentina (indagati a piede libero) erano commensali e, secondo l’accusa, prendevano accordi illeciti.«Nel 2008 la guardia di finanza di Pavia aveva trovato quasi 4mila lavoratori in nero nelle logistiche di quella provincia - spiega Fulvio Di Giorgio dei Cobas -, nello stesso anno nel Cremonese ne sono stati trovati 600. È abitudine diffusa inserire gli straordinari in voci non tassabili della busta paga e so di datori di lavoro che sottoscrivono decine di tessere di alcuni sindacati. Per non parlare del mancato rispetto delle norme di sicurezza e di realtà che muovono così tanto denaro da farmi pensare addirittura al riciclaggio».«Spesso quando nelle buste paga dei lavoratori delle cooperative troviamo la voce “TRASFERTA Italia“ abbiamo l'impressione che sia un modo per retribuire senza tassazione e oneri sociali gli straordinari - osserva Roberto Savoldelli, segretario provinciale della Filt Cgil di Lodi - e spesso ci sono lavoratori “part time” che in realtà fanno il tempo pieno. I controllori sono pochi, ma bisogna fare qualcosa perché le leggi vengano rispettate».
Il Cittadino - Lodi - 13 marzo 2010

Anonimo ha detto...

io da ex socio della CFT in forza al CONAD di montopoli valdarno con la mansione di autista, sono stato costretto e dico costretto a rassegnare le dimissioni da CFT perchè mi sono lamentato delle troppe ore di impegno fuori da tutte le leggi del codice della strada.... mi fu detto dall'allora responsabile log della CFT del magazzino di montopoli che se si stava a guardare le leggi la si smetteva di lavorare....... giudicate voi ...