
Lo "spezzatino" delle agenzie Montepaschi da mettere sul mercato è quasi cosa fatta. Ma, con ogni probabilità, non riguarda più di 80-85 dei 135 sportelli che, dopo la cessione nei mesi scorsi di una prima tranche di 15 alla Popolare della Puglia e della Basilicata (per 73,5 milioni), Banca Mps deve ancora cedere, come richiesto dall'Antitrust in seguito all'acquisto di Antonveneta da parte del gruppo senese.
In pole c'è Intesa Sanpaolo, interessata a 50 sportelli toscani di Bmps (quelli nelle province costiere della regione). L'accordo è già stato trovato, ma sarà ufficializzato (con un'offerta vincolante da parte di Intesa Sanpaolo) soltanto i primi giorni della prossima settimana. Il prezzo medio concordato è di 4 milioni per agenzia. Un altro pacchetto di 30-35 sportelli sarebbe in predicato di finire a Cariparma o a Barclays, con l'azienda emiliana del Crèdit Agricole in vantaggio sul gruppo inglese.
La vendita delle filiali, penultimo atto del piano di dismissioni e di rafforzamento patrimoniale di Bmps, sarà portata in consiglio d'amministrazione domani, ma solo a titolo d'informativa. Per le decisioni bisognerà aspettare almeno fino a giovedì 3 dicembre (giorno del cda successivo). «Contiamo di definire entro la metà di dicembre la cessione del maggior numero possibile di sportelli, tra quelli messi sul mercato», avevano detto appena pochi giorni fa Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, rispettivamente presidente e direttore generale del gruppo di Rocca Salimbeni. La partita, dunque, è ormai alle battute finali. Anche se resteranno invendute una cinquantina di agenzie.
«Abbiamo fatto del nostro meglio, considerate le condizioni del mercato», commentano a Siena. «Cederemo gli altri sportelli nel 2010», aggiungono. In realtà, l'autorità presieduta da Antonio Catricalà aveva considerato urgente la dismissione di un centinaio di agenzie, tutte in Toscana. Rispetto a questa indicazione, resterebbero fuori non più di venti sportelli. Alla fine dell'anno il gruppo senese avrà incassato circa 420 milioni dalla vendita delle filiali. E, rispetto al piano industriale di gruppo, resterà solo da formalizzare la cessione degli immobili strumentali, valutati 1,7 miliardi (mancano ancora le autorizzazioni).
Sul fronte dei coefficienti Bmps sta dunque per completare la rincorsa iniziata un paio d'anni fa, dopo l'acquisto di Antonveneta (costato 9 miliardi), quando la sfida diventò non solo quella di integrare il nuovo gruppo, ma anche quella di recuperare un adeguato livello di patrimonializzazione.
«Con i Tremonti-Bond siamo già abbondantemente sopra gli indici previsti», ha detto Mussari il 19 novembre scorso riferendosi al 7,6% di Tier 1 contenuto nei dati consolidati del terzo trimestre. La vendita delle agenzie e degli immobili riporterà definitivamente Siena in territorio tranquillo nel giro dei prossimi mesi.
Il passo successivo, già annunciato, sarà quello di riscrivere il piano industriale di gruppo con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale del 2011. «Gli obiettivi strategici del piano attuale sono stati praticamente tutti raggiunti: dal taglio dei costi che nel 2009 si attesterà intorno a un ulteriore 5%, fino all'integrazione del gruppo», hanno spiegato Mussari e Vigni all'ultima assemblea di Banca Mps, convocata per deliberare l'emissione di azioni proprie in favore dei dipendenti (32,6 milioni di stock granting) relative all'esercizio 2008. «Le condizioni del mercato sono cambiate e vogliamo anche dare nuovi stimoli ai nostri manager», hanno spiegato, indicando la scadenza di metà 2010 per il varo del nuovo piano. Una prospettiva che ha già incassato l'ok della Fondazione Mps, azionista di riferimento del gruppo bancario.
25 novembre 2009
Cesare Peruzzi
Il Sole 24 Ore