Per risparmiare sul costo del lavoro, è sempre più diffuso da parte delle aziende l'utilizzo di cooperative di facchinaggio.
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Ma alla fine chi ci rimette in salario e diritti è il socio-lavoratore.
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A Reggio Emilia sindacati uniti per chiedere il rispetto delle regole e del Contratto nazionale di settore
Ma alla fine chi ci rimette in salario e diritti è il socio-lavoratore.
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A Reggio Emilia sindacati uniti per chiedere il rispetto delle regole e del Contratto nazionale di settore
REGGIO EMILIA, 17 SET. 2010
Leggi "cooperativa" e pensi a un modo di fare impresa a favore principalmente dei soci e improntato alla tutela degli interessi del lavoratore. Società cooperativa oggi è invece anche un mezzo, tra i più diffusi, per risparmiare sul costo della mano d'opera. Un esempio è fornito dal settore della logistica, più nello specifico, da quelle attività conosciute col nome di facchinaggio. Per caricare e scaricare merci, smistare articoli, registrare movimentazioni è all'opera in ogni distretto industriale un esercito di soci-lavoratori che in busta paga si trova compensi inferiori rispetto a quelli stabiliti dal contratto collettivo nazionale del settore. Una prassi diffusa ormai da diversi anni e sin dall'inizio contestata dai sindacati, ma senza molti successi.
Leggi "cooperativa" e pensi a un modo di fare impresa a favore principalmente dei soci e improntato alla tutela degli interessi del lavoratore. Società cooperativa oggi è invece anche un mezzo, tra i più diffusi, per risparmiare sul costo della mano d'opera. Un esempio è fornito dal settore della logistica, più nello specifico, da quelle attività conosciute col nome di facchinaggio. Per caricare e scaricare merci, smistare articoli, registrare movimentazioni è all'opera in ogni distretto industriale un esercito di soci-lavoratori che in busta paga si trova compensi inferiori rispetto a quelli stabiliti dal contratto collettivo nazionale del settore. Una prassi diffusa ormai da diversi anni e sin dall'inizio contestata dai sindacati, ma senza molti successi.
Ad annunciare una nuova vertenza sono state ieri, con una conferenza stampa congiunta, le sigle Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti di Reggio Emilia. Il meccanismo che permette il "dumping contrattuale", è stato spiegato, consiste nel praticare limature al Contratto nazionale attraverso regolamenti interni o delibere di stato di crisi fasulle, oppure ancora ignorando adeguamenti salariali e normativi. Per le imprese committenti il vantaggio è di poter abbattere di una certa percentuale i costi di produzione, appaltando a una cooperativa una parte di lavori che se affidati a dipendenti verrebbe a costare di più.
Ad allarmare i sindacati c'è anche il fattore crisi, che ha inasprito ulteriormente le regole di un gioco sempre più al ribasso per quanto riguarda i diritti del lavoro. Nella giungla in cui si muovono le società di facchinaggio resta in piedi, infatti, chi riesce a risparmiare di più sul salario. Per porre fine a questo fenomeno generatore, tra l'altro, di concorrenza sleale, Cgil, Cisl e Uil annunciano l'inizio di una mobilitazione che avrà luogo in ogni singola cooperativa del settore del facchinaggio.
COSA VOGLIONO I SINDACATI
Immediata e integrale applicazione del CCNL T.M.L. 29/1/2005 e successivi rinnovi salariali così come prevede il protocollo 15 Luglio 2009 sottoscritto fra sindacati nazionali Legacoop e Confcooperative, superando eventuali norme regolamentari in contrasto.
Diffida a tutte le cooperative di facchinaggio avvertendo che, in difetto di applicazione del CCNL, la FILT-CGIL si attiverà in ogni ambito, compreso quello legale, a pretesa di questo basilare diritto per conto dei lavoratori.
Tutela legale dei lavoratori soci delle coop qualora si sia in presenza, come spesso avviene in molti cantieri, di appalti illeciti chiamando il committente a risponderne in base all’art. 29 della DgLs 276/2003.
18 settembre 2010
viaemila.it
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