Dall'indagine di Altroconsumo il risparmio sulla spesa al supermercato in Liguria è limitato, conseguenza di una concorrenza poco presente e una predominanza a marchio Coop.
Fare la spesa in maniera oculata per risparmiare si può, ma non a Genova. È dal risultato della ricerca svolta in 926 punti vendita in 62 città italiane dall’associazione di consumatori «Altroconsumo», che ha considerato anche i supermercati di Savona e La Spezia. Alla fine in Liguria, diversamente che in altre regioni, emerge un dato piuttosto allarmante: il risparmio massimo che si può ottenere è limitato, frutto, certamente della scarsità di concorrenza, visto che esiste di fatto il monopolio di alcuni marchi (vedi Coop con i vari iper).
Comunque l’analisi dei consumatori parte dall’evidenziare quanto spenda all’anno ogni famiglia italiana per vivere, considerando l’acquisto di prodotti alimentari freschi e confezionati, prodotti per l’igiene della persona e della casa. In media ogni nucleo familiare spende circa 6.300 euro, e scegliendo i prodotti più convenienti, è possibile ridurre i costi di 1.622 euro.
Non così a Genova, dove, in media, ogni famiglia spende 6.454 euro all’anno, potendo contare su una riduzione della spesa di 784 euro al massimo, diversamente per esempio, da quelle milanesi, che in media spendono meno (6.290 euro circa ogni anno) potendo assicurarsi un risparmio di ben 1.214 euro, scegliendo i prodotti e i supermercati giusti.
I genovesi, comunque, si consolino: va anche peggio ai savonesi che a fronte di una spesa media annua complessiva di 6.496 euro, ne possono risparmiare soltanto 695. Agli spezzini, invece, la vita costa 6.016 euro all’anno a famiglia, a fronte di un possibile risparmio di 957 euro e questo grazie all’arrivo sulla piazza dell’ipermercato Esselunga di Sarzana che ha aiutato l’abbattimento dei prezzi della concorrenza targata Coop. Un nulla, confrontandosi con i fiorentini: nel capoluogo toscano, infatti la spesa può contrarsi di 1.622 euro, su un totale di 5.725, segno che la concorrenza esiste e si fa ben sentire sui bilanci delle famiglie.
«Scegliere dove fare la spesa determina se rientrare o meno nel bilancio familiare - dice Altroconsumo - con il potere di acquisto delle famiglie ridotto secondo l’Istat del 2,6 per cento nell’ultimo anno, e con il 17 per cento di queste che non arriva alla fine del mese a coprire tutte le spese, puntare sulla convenienza può cambiare la qualità della vita». Dunque, calcolatrice alla mano, i consumatori danno anche qualche consiglio pratico: comprare i prodotti in offerta permette un risparmio del 21 per cento, che diventa in un anno un gruzzolo di 1.300.
Scegliere quelli a marchio commerciale con il logo dell’insegna sulla confezione, per esempio, porta a un risparmio del 41 per cento, pari a 2.500 euro in un anno. Se si acquistano i prodotti «primo prezzo», lo scontrino si dimezza con un risparmio di 3mila euro in media all’anno. Se si decide di fare la spesa all’hard discount l’esborso medio passa dai 6.300 ai 2.500 euro all’anno. Ma Altroconsumo denuncia anche che la concorrenza tra insegne, là dove funziona, offre diverse buone opportunità ai consumatori. Non così è a Genova dove la «mancanza di stimoli e tensioni tra punti vendita e catene distributive congela i prezzi verso l’alto e le possibilità di risparmio si contraggono fino a soli 300 euro».
19 settembre 2010
il Giornale.it
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