24 settembre 2010

NAPOLI: GLI "INVISIBILI" SFIDANO IL CAPORALATO

Centinaia di lavoratori di Castel Volturno e dintorni, venerdì 8 ottobre, scenderanno in piazza per la prima volta. "No alla paga di 15 euro al giorno". Scatta lo sciopero delle rotonde. Salari troppo bassi o un panino in cambio di lavori duri e senza un giorno di riposo


Le rotonde della Domitiana come trincee. Dove lottare per un salario dignitoso. Centinaia di lavoratori africani, assoldati ogni giorno dai caporali per compensi sempre più bassi, venerdì 8 ottobre sciopereranno per la prima volta. Alle cinque del mattino, come ogni giorno, si incontreranno in dieci rotonde della Domitiana, la loro "agenzia di collocamento" del lavoro nero ma stavolta non accetteranno di lavorare a qualsiasi condizione. Sugli abiti da lavoro indosseranno un cartello: "Oggi non lavoro per meno di 50 euro". E al caporale di turno disposto ad offrirne quindici per una giornata in un cantiere edile o per la raccolta in un campo, risponderanno picche.
Una sfida, un banco di prova importante. "Da qui può cominciare la lotta per i diritti del popolo degli "invisibili" di Castel Volturno e dintorni", si augurano i promotori dello sciopero, gli operatori dell'ex Canapificio di Caserta.

Dal marzo scorso sono andati in giro di casa in casa, sedici domeniche fino alla fine di giugno passate nell'area di Castel Volturno, Pescopagano, Casal di Principe, hanno parlato con i lavoratori extracomunitari e alla fine li hanno convinti a lottare per i loro diritti. O almeno a provarci. "La crisi pesa anche su di loro - spiega Vincenzo Fiano, presidente dell'associazione - in questi ultimi tempi in tanti hanno accettato compensi bassissimi, più che dimezzati rispetto ai salari abituali. Quindici euro contro i venticinque di qualche mese fa. Ormai si gioca al ribasso. In molti sono sicuri che da un giorno all'altro a fine giornata li pagheranno con un panino. A qualcuno è già accaduto".

La speranza è che i lavoratori possano cominciare ad organizzarsi e che insieme riescano a spuntare condizioni più vantaggiose. "Ogni giorno faccio un lavoro diverso - dice F., 32 anni, operaio ghanese - Una volta come edile, una come agricoltore, un'altra come custode di bufale ma il compenso è sempre lo stesso, quindici euro al giorno, circa trecento in un mese se si lavora almeno cinque giorni a settimana. È impossibile vivere con così poco". Salari troppo bassi in cambio di lavori duri, senza un giorno di riposo, dal lunedì alla domenica. Una situazione insostenibile che ha spinto molti immigrati a scegliere la ribellione pacifica. "Era il lavoro mal pagato il problema più scottante - continua Fiano - tutti ce ne hanno parlato. E alla fine abbiamo proposto una scommessa forte e nuova. Bisogna cominciare a lavorare sulla base concreta dei diritti di queste persone".

Dopo lo sciopero, i volontari dell'ex Canapificio hanno organizzato un corteo. Sabato 9 ottobre per le strade di Castel Volturno, gli extracomunitari sfileranno per sollecitare risposte sulla loro condizione. "Chiederemo un incontro con il questore e il prefetto - conclude Fiano - per conoscere le posizioni delle autorità sulla direttiva europea in materia di sfruttamento del lavoro. Se l'Italia la accoglie, chi denuncia il proprio sfruttatore può ricevere in cambio il permesso di soggiorno. Sarebbe davvero un passo avanti. Oggi, invece, l'immigrato che denuncia lo sfruttamento, si becca per primo la denuncia per immigrazione clandestina".

22 settembre 2010

Tiziana Cozzo

La Repubblica Napoli.it


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