I 'pro' di Cisl e Uil rubano la scena in consiglio comunale ai 'contro' della Cgil in sciopero
Le aperture domenicali hanno diviso un po’ tutti. Lavoratori, forze politiche e sindacati. La riprova si è avuta oggi pomeriggio in occasione dell’annunciato sciopero della Filcams-Cgil con presidio in piazza Municipale, proprio durante la seduta del consiglio comunale. Ai piedi dello scalone del Municipio, già dalle 14.30, un centinaio di lavoratori aderenti allo sciopero muniti di cartelli, striscioni e fischietti per manifestare contro la delibera del Comune che intende aumentare il numero delle cosiddette “domeniche aperte”, ma anche una nutrita delegazione “silenziosa” di lavoratori a favore della stessa delibera, sostenuti da Cisl e Uil. I pro e i contro, dunque, riuniti in uno stesso luogo per far sentire la propria voce alle istituzioni.
Una presenza che ha indotto lo stesso consiglio comunale, in programma alle 15.30, ad affrontare la discussione, sollecitata da due richieste di trattazione d’urgenza presentate da Pd e Pdl in merito ad altrettanti ordini del giorno. Discussione che hanno potuto seguire comodamente seduti fra il pubblico gran parte dei lavoratori ‘pro domeniche’, assai più lesti a occupare le poltrone riservate al pubblico e pronti ad alzare i cartelli con la scritta “1 voto per il lavoro” al termine della lettura dell’odg letto dal segretario comunale Pd Simone Merli. Fuori dall’aula i ‘contro’ hanno continuato a manifestare sotto lo slogan “Domeniche aperte, famiglie chiuse”, prima di tentare un improbabile ingresso nella già affollata aula del consiglio e doversi ‘accontentare’ di occupare l’ingresso. “Non possiamo accettare la posizione del Pd – ha spiegato il segretario provinciale della Filcams, Davide Fiorini, presente fra i manifestanti ‘contro’ – se si intende avviare una sperimentazione finalizzata a verificare l’eventuale creazione di nuovi posti di lavoro e, dopo un anno, nel caso non dovesse funzionare, tornare indietro. Perché è un percorso che non garantisce un aumento occupazionale, ma al contrario ricade sui lavoratori del commercio costretti a lavorare più domeniche, sacrificandoli alle loro famiglie e indebolendo, fra l’altro, il centro storico e le sue attività commerciali”. Della stessa opinione Giorgio Lombardi, lavoratore dell’Ipercoop “Il Castello” e rappresentante Filcams, nel sottolineare come fra i lavoratori non vi sia una posizione preconcettualmente contro le aperture domenicali: “Già adesso – ha sottolineato – le domeniche le facciamo, solo che andrebbero regolamentate in maniera diversa, con maggiori tutele e diversi equilibri per chi deve sacrificare il proprio tempo libero”.
La delibera della discordia piace invece al segretario generale della Cisl, Paolo Baiamonte, in prima fila fra il pubblico che ha seguito i lavori del consiglio comunale. Nelle sue parole tutto il senso di una divisione che ha interessato i sindacati e, di riflesso, il mondo del lavoro. “Ci facciamo interpreti delle istanze di una città e di una provincia – ha spiegato – che ha fame di lavoro. Siamo consapevoli che le aperture domenicali aggiuntive non risolveranno i problemi dell’occupazione, ma di certo aiuteranno questo territorio offrendo una speranza in più alle oltre 4000 persone che in questi due anni sono rimaste senza un posto di lavoro. Un sindacato unito verso questo obiettivo non può che offrire un’occasione di confronto utile alla situazione”. Un’unità auspicabile, ma che appare ancora lontana. Anche alla luce della contrapposizione fra ‘pro’ e ‘contro’ registrata in piazza Municipale prima e in consiglio comunale poi.
22 novembre 2010
Mauro Alvoni
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