28 settembre 2010

SENZA FISSA DIMORA MA TITOLARI DI AZIENDE ECCO TUTTI I TRUCCHI DI ZAMPIERI & C.




Marinella Cavallari, direttore dell'Inps: "Intestavano le aziende ai barboni, seguivamo questa organizzazione dal 2005"






PADOVA. «Da cinque anni seguivamo le evoluzioni di questa organizzazione. La prima segnalazione l'abbiamo inviata in procura il 10 maggio 2005. La particolarità di questa truffa non era tanto il fatto che versavano 20 euro al mese di contributi invece di 200 mila. Quello che ci ha messo in grossa difficoltà è che intestavano le attività a gente senza fissa dimora, nullatenenti, di fronte a cui Equitalia Polis nulla poteva per fare per riscuotere».

Marinella Cavallari, direttore provinciale dell'Inps di Padova e Rovigo, sfoglia lentamente il faldone con tutti i dati della truffa colossale messa a segno dalla «cricca della logistica», quella gestita da Willi Zampieri (40 anni, di Saonara, ex camionista ed ex presidente del SaonaraVillatora), Paolo Sinagra Brisca (62 anni, consulente fiscale residente a Padova) e Patrizia Trivellato (consulente del lavoro con casa in via Facciolati). In tre avevano messo in piedi un'associazione capace di drenare 30 milioni di euro all'Erario, falsificando i documenti contabili di decine di cooperative del settore della logistica con un migliaio di addetti (a cui non versavano i contributi). Soldi poi riciclati in attività economiche e immobili.

IL SISTEMA. «Ci siamo accorti di quello che stava accadendo praticamente in tempo reale - puntualizza il direttore - ogni mese infatti il nostro sistema informatico controlla i parametri dei contribuenti, facendo la differenza tra quanto dovuto e quanto effettivamente versato. Nel caso in cui il saldo sia negativo la pratica viene classificata come "parzialmente insoluta" ed esce automaticamente un rapporto, che prima viene inviato all'azienda destinataria, poi a Equitalia Polis, l'agente della riscossione. Dunque già a maggio del 2005 il mio predecessore (Angela D'Amico) ha segnalato il fenomeno alle istituzioni». Ogni mese dunque gli ispettori dell'Inps vedevano passare sotto i loro occhi i tabulati della «cricca», con indicati tutti versamenti. Cifre ridicole. «Versavano tra i 20 e i 35 euro al mese ma in realtà avrebbero dovuto versarne oltre 200 mila ogni volta. Pensavamo di risolvere il problema con Equitalia, come spesso accade. Invece è in quel momento che abbiamo capito che razza di truffa avevano architettato. Quando hanno provato a mettersi in contatto con gli intestatari delle aziende, gli addetti alla riscossione si sono trovati di fronte solo nullatenenti senza fissa dimora. Nulla di pignorabile, nulla su cui fare leva per sollecitare il pagamento».


BUCO DA 12 MILIONI. In questo modo Zampieri e soci sono riusciti a creare un buco da 30 milioni di euro, di cui 18 già sequestrati dalla guardia di finanza. «Per quel che ci riguarda - continua Cavallari - il buco per l'ente è di 12 milioni. Ora l'indagine è ancora in corso e ovviamente abbiamo attivato tutte le procedure per rientrare in possesso del denaro che ci spetta». E se quei soldi, come è prevedibile, non vengono recuperati? «L'Inps si basa su un sistema di tipo solidaristico, dunque all'occorrenza il buco viene ripianato a livello nazionale, dalla collettività, dagli altri contribuenti». In altre parole, paga sempre Pantalone, anche per Willi Zampieri.

28 settembre 2010

Enrico Ferro

Il Mattino di Padova

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Qualcuno si è chiesto che fine hanno fatto i dipendenti di Willi Zampieri ? se non lo sapete ve lo dico io, siamo senza lavoro

Anonimo ha detto...

Continuo a leggere il giornale tutti i giorni, ma mai una volta è stato fatto riferimento in qualsiasi forma alle persone che dal giorno dell' arresto di Zampieri hanno perso in contemporanea il lavoro. Se qualcuno ha notizie diverse dalle mie per cortesia ce lo faccia sapere. Sono ormai 16 giorni che siamo a casa senza alcuna notizia che ci possa in qualche modo tranquilizzare. Grazie