«Proprio lui scelto per trarre le conclusioni ? – dice Barigozzi - ma siamo matti ?»
La cosa è nell'aria da tempo. La Fiom si era già portata avanti col lavoro cercando in Di Pietro un nuovo riferimento parlamentare, ritenendo evidentemente ormai inaffidabile il PD.
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«Non ci riconosciamo più, dice il leader della ribellione, Francesco Barigozzi, membro della segreteria della Cgil ferrarese. L'idea che abbiamo sul mondo del lavoro ormai è distinta e lontana dalle posizioni del Pd e i lavoratori ci contestano».
Pietro Ichino, senatore pidiessino con idee liberal, fa bisticciare Pd e Cgil, provocando addirittura, a Ferrara, un terremoto in quello che, una volta, era il sindacato di riferimento del Pci. Ora invece la Cgil sbatte la porta in faccia al Pd e i sindacalisti ferraresi lavano i panni sporchi in pubblico.
La crisi è clamorosa perché si tratta della prima volta che un gruppo di dirigenti sindacali ex-Pci-Ds-Pd decidono di restituire la tessera Pd, con tanto di motivazione, un duro j'accuse verso Pier Luigi Bersani, verso il segretario locale, Paolo Calvano e verso il plenipotenziario ferrarese del Pd, Dario Franceschini, colpevoli di simpatizzare per Ichino.
Il leader della ribellione, Francesco Barigozzi, membro della segreteria della Cgil ferrarese dice che le questioni tutt'altro che superficiali, «l'idea che abbiamo sul mondo del lavoro ormai è distinta e lontana dalle posizioni del Pd». «Nelle assemblee – aggiunge Barigozzi - ci sentiamo criticare aspramente, i lavoratori ci contestano l'adesione a un partito percepito ormai come lontano dalle loro esigenze».
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l'arrivo a Ferrara di Pietro Ichino, invitato dalla presidente Pd della Provincia, Marcella Zappaterra, a concludere un convegno sul lavoro, con tanto di benedizione dei dirigenti Pd.
«Proprio lui scelto per trarre le conclusioni ? – dice Barigozzi - ma siamo matti ?».
«Se rifiutiamo e squalifichiamo, con accuse ingiuste, il piano di investimenti della Fiat a Pomigliano – ha attaccato Ichino - quale speranza realistica di riscatto possiamo dare al nostro Mezzogiorno? Marchionne ha ragione: non c'è niente di anticostituzionale nel suo piano. Un sindacato minoritario non può paralizzare l'applicazione di un accordo firmato e approvato con referendum dalla maggioranza dei lavoratori».
E ancora: «Andare in deroga su certi punti al contratto nazionale di lavoro non può essere considerato un tabù, visto che quello dei metalmeccanici risale addirittura al 1972. Oggi serve un sindacato capace di raccogliere la sfida dell'innovazione, che non è sempre negativa a prescindere. Trincerarsi è inutile, al pari di sbandierare l'italianità come è stato fatto nei casi di Alitalia e Telecom, con gli esiti disastrosi che adesso vediamo».
Apriti cielo. Barigozzi e il suo gruppo sono andati all'attacco della presidente della Provincia, rea di avere flirtato con Ichino e hanno distribuito un volantino che incomincia con le parole di una canzone (Cirano) di Francesco Guccini: «Facciamola finita... politici rampanti, venite portaborse, ruffiani e mezze calze, coraggio liberisti buttate giù le carte. A chiarire definitivamente il senso e lo stile di questa amministrazione mancava solo l'abbraccio spassionato a Pietro Ichino. Ma qual è il reale colore di questa amministrazione di centro sinistra ? Come può essere definita? Mal-destra?».
Carlo Russo
3 commenti:
HAN FATTO BENE, ICHINO E' UNO DELLE TANTE CONTRADDIZZIONI DEL PD!
incredibile ..... con Ichino il PD non sarà mai il partito di riferimento degli operai ... ma forse non vuole esserlo :-(
Ichino, il giurassico che non vuole andare in pensione. Continua a rivendicare le sue tesi, ovvero le scelte socioeconomiche degli ultimi vent'anni. Qualcuno dovrebbe spiegargli che la crisi attuale è il conto da pagare delle "riforme" volute da lui dai suoi disciepoli. Bisognerebbe spiegargli che ormai è vecchio e le sue idee sono piu vecchie di lui, bisogna spiegargli che è ora e tempo che vada in pensione e si ritiri dalla scena assieme ai suoi arcaici sermioni.
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