15 giugno 2011

CONSORZIO ETRURIA, RADIOGRAFIA DI UNA CRISI


L'ex presidente Pagnini: progetti sbagliati e troppi giri di poltrone






Tre anni fa, l'attivo nel bilancio sfiorava i dieci milioni di euro. Poi, quei soldi, piano piano hanno cominciato a finire. La crisi del mattone c'è e si sente. Ma chi nel Consorzio Etruria ci ha lavorato vent'anni arrivando anche a sedere sulla poltrone del presidente, non attribuisce tutte le responsabilità alla congiuntura economica.


Per il grossetano Massimo Pagnini i problemi del Consorzio Etruria sono conseguenza anche dei progetti, alcuni che già sulla carta potevano rendere poco, e soprattutto della mancanza di un gruppo dirigente capace di dare una linea certa ai piani d'investimento: un gruppo dirigente che in tre anni è cambiato più volte, ballando un vero e proprio valzer delle poltrone.

Pagnini è oggi consulente del Consorzio. Ma il suo telefono difficilmente squilla quando c'è da prendere delle decisioni. Eppure, è stato il presidente che ha firmato quel bilancio con il segno più davanti: quello con un attivo da dieci milioni di euro. «Era il 2008 - ha raccontato ieri da Follonica - dopo avere percorso tutte le tappe all'interno della società e dopo essere stato amministratore delegato, fui nominato presidente». Ma la sua nomina durò poco. Tre mesi dopo, su quella poltrona c'era un altro uomo, Luigi Minischetti. Un bancario, che con le costruzioni aveva poco a che fare.

La scansione temporale ricostruita da Pagnini non dimostra alcun malaffare. «Dimostra soltanto un giro di nomi e alcune scelte che hanno trascinato la cooperativa a questo punto - spiega - a dover optare per un concordato preventivo che sarebbe una vera tragedia». Una tragedia che per Pagnini potrebbe ancora essere evitata.

Nel 2008, quando Pagnini che era amministratore delegato fu nominato presidente del Consorzio, su quella poltrona siedeva Armando Vanni, che lasciò l'incarico per la presidenza di Unicoop Firenze. Pagnini, il presidente, lo fece soltanto per tre mesi. «Poi, dopo di me, fu nominato Minischetti - spiega - che ha guidato il gruppo fino al luglio del 2010, lasciando poi la presidenza a Riccardo Sani».

E nello stesso periodo, Armando Vanni, dopo avere rassegnato le dimissioni dalla presidenza di Unicoop Firenze, entra in Baldassini-Tognozzi-Pontello. Ora il consorzio è guidato da Sani. «Ci sono le potenzialità per non lasciare tutte quelle persone per strada - dice Pagnini - basterebbe ricominciare a lavorare seguendo le direttive del mondo cooperativo come abbiamo fatto fino a tre anni fa. La vocazione del Consorzio è sempre stata questa, ed è arrivato il momento di fare un passo in quella direzione e che il movimento cooperativo dia il contributo necessario per superare la crisi».

Insomma, la sensazione che si ricava parlando con Pagnini è che, almeno tra gli addetti ai lavori, si ritenga che a guidare il Consorzio, negli ultimi anni, siano state più le logiche di potere che un gruppo dirigente forte, capace di mantenere i livelli della società.



14 giugno 2011

Francesca Gori


Il Tirreno

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Pagnini dice meno di quello che sa.

Anonimo ha detto...

Massimo Pagnini è stato l'ultimo vero Manager del Consorzio Etruria.