03 dicembre 2009

L'AQUILA: CISL E IL CASO COOP

Il Comune dell'Aquila non autorizzerà il nuovo insediamento della Coop Centro Italia in località Sant'Antonio. A confermare la notizia è stato lo stesso sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, in un colloquio con il segretario regionale della Cisl, Gianfranco Giorgi.

Secondo l'amministrazione comunale “la zona scelta dalla società non sarebbe idonea, in quanto creerebbe una serie di problemi e disagi in relazione alla viabilità e agli insediamenti del progetto C.A.S.E.

“La Coop, a questo punto, è chiamata a scegliere una diversa localizzazione”, afferma Giorgi, “e a riaprire i punti vendita chiusi dopo il sisma del 6 aprile. L'investimento su Sant'Antonio è stato bloccato, con un evidente danno per l'azienda che non ha ottenuto quanto promesso, in più tavoli di concertazione, dagli enti locali. Il terreno su cui sarebbe dovuto sorgere l'ipermercato è stato, infatti, espropriato alla Coop in seguito al terremoto, per consentire la realizzazione dei nuovi nuclei abitativi”.

Salvaguardare i livelli occupazionali e tutelare gli 80 lavoratori della Coop in cassa integrazione. Queste le priorità indicate dalla Cisl: “I dipendenti non devono essere utilizzati come scudi umani nell'ambito della trattativa”, sottolinea Giorgi, “la Coop deve prendere atto che la realtà aquilana è profondamente mutata dopo il 6 aprile. Le nuove esigenze della popolazione richiedono un impegno concreto da parte dell'azienda, che può scegliere una diversa area per l'ipermercato, ugualmente interessante sotto il profilo economico e strategico. Alla luce del diniego del Comune, che ha precisato di non poter autorizzare l'apertura di un punto vendita a Sant'Antonio, chiediamo alla Coop di procedere all'individuazione di una nuova area dove realizzare l'insediamento commerciale”.

Ma le richieste della Cisl non si esauriscono qui: “Non si comprende”, incalza Giorgi, “come nel centro commerciale Amiternum, a Pettino, abbiano riaperto tutte le attività, tranne il supermercato Coop, che si trova a piano terra. E' arrivato il momento che su questa vicenda si faccia chiarezza e che l'azienda assuma una decisione definitiva a tutela degli 80 lavoratori, che rischiano di perdere il posto, e di tutti gli aquilani, che in un momento difficile come quello che stiamo vivendo hanno bisogno di servizi e qualità”.

3 dicembre 2009

il Capoluogo.it


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5 commenti:

Anonimo ha detto...

AREA NORD REGGIO EMILIA:
Grandi manovre in casa Pd. Protagonisti ovviamente le solite coop rosse: Coopsette, Coop Consumatori Nord Est e soci vari. Questa volta il colpo è grosso: sarebbe addirittura in programma lo smantellamento del centro commerciale più grande e anagraficamente recente di Reggio, l’Ariosto, per costruirne uno ancora più grande.
Il nuovo impianto sorgerebbe vicino all’autostrada. Chissà perché le coop, come sempre, gestiscono le aree più appetibili.
Milioni e milioni di euro in ballo senza che i cittadini ne ottengano un beneficio reale. Al contrario l’operazione potrebbe andare a toccare proprio le loro tasche.

Risulterebbe che il centro commerciale “l’Ariosto” venga acquistato dalle Farmacie Comunali Riunite, per impiantarvi la sede operativa. Ma le FCR non sono, appunto, di proprietà del Comune di Reggio Emilia? Sarebbe quindi il Comune a comprare gli immobili? In questo caso è evidente che i soldi necessari all’operazione verrebbero prelevati dalle tasche dei cittadini.

Ovviamente il nuovo centro commerciale dell’Area Nord vedrà protagonisti Coopsette, Coop Consumatori Nord Est e così via.

Molte erano le ipotesi di sviluppo della cosiddetta Area Nord: centri sanitari, aree sportive, spazi culturali. Ipotesi svanite nel nulla, per fare spazio all’impero Coop e ai suoi progetti lucrativi.

Non è un segreto che il mondo della grande cooperazione reggiana sia l’interlocutore privilegiato dall’Amministrazione Delrio, ma questa volta è stato superato il limite.

Delrio ci deve spiegare il modo in cui verranno reperiti i fondi per dare atto alla, a mio giudizio, scellerata manovra. Vogliamo sapere se il Comune, proprietario della FCR, sia l’artefice dell’operazione e intenda finanziarla.
FABIO FILIPPI (PDL)
BOLOGNA 2000

COMUNICATO SINDACALE SDL ha detto...

COMUNICATO SINDACALE
Il Tribunale di Milano rigetta il ricorso della COOP e
conferma la titolarità di SdL ad indire le elezioni delle
RSU

La giudice, dott.sa RAVAZZONI, del Tribunale di Milano ha
emesso oggi il dispositivo di sentenza, col quale rigetta il
ricorso della Coop Bonola contro l’art. 28, che ha
riconosciuto il diritto di indire le elezioni delle
rappresentanze unitarie dei lavoratori, vinto dal nostro
Sindacato.

Ricordiamo che FILCAMS, FISASCAT ed UILTUCS hanno
sottoscritto un accordo con la COOP che ha revocato
l’accordo confederale del 1993, non hanno più rinnovato
le elezioni delle RSU e sono tornate alle rappresentanze
sindacali aziendali;

Non contente hanno tentato più volte di impedire nuove
elezioni ai lavoratori ed alle organizzazioni di base, che
nel frattempo erano diventate titolari del diritto. CGIL
CISL UIL non hanno considerato 150 firme di lavoratori, non
hanno mai risposto alle lettere inviate dal nostro Sindacato
e dalla Commissione Elettorale regolarmente eletta, hanno
tentato strumentalmente di rinviare le elezioni indette,
promettendo un’illusoria assemblea unitaria dei
lavoratori: questo accadeva, mentre i dirigenti della COOP
Bonola rifiutavano le liste e gli strumenti elettorali, con
l’obiettivo di intimidire i lavoratori. E’ la quarta
volta che la COOP di MILANO, avvalendosi della complicità
dei Confederali, attacca i diritti dei lavoratori e del SdL,
e per la quarta volta viene condannata, nonostante le
connivenze. A questo punto ci chiediamo il perché di tanto
accanimento contro un diritto di rappresentanza democratica,
unitaria e di base? Quali interessi si vogliono coprire,
cosa c’è di tanto grave che i lavoratori non possono e
non devono sapere?

Qualche risposta si potrà avere solo eleggendo nuove RSU,
perché ancora una volta è stato riconosciuto questo
nostro diritto.

SdL Intercategoriale Comparto Privato del Coordinamento
Provinciale di Milano

Anonimo ha detto...

Insulta i dipendenti: viene licenziato.
Scatta il licenziamento per giusta causa nei confronti del capo che “con espressioni rozze ed eccessive” insulta i dipendenti “in violazione dei principi di civiltà che non ammettono eccezioni, o attenuazione, neppure nell’ambito delle relazioni professionali”, compresi gli ambienti di lavoro “informali”.
Lo sottolinea la CASSAZIONE che ha confermato la perdita del posto nei confronti di Michele D., capo reparto del settore macelleria di un supermercato milanese, che era solito mortificare le tre lavoratrici
sottoposte al suo potere gerarchico con frasi del tipo “bastarde, figlie di p…., toglietevi dai c…, vi faccio licenziare”.
La società datrice di lavoro(STANDA), venuta a sapere di questo comportamento aveva licenziato il caporeparto ma il Tribunale di Milano aveva ritenuto eccessiva la sanzione e lo aveva reintegrato nel posto di lavoro.
La CORTE DI APPELLO di Milano, invece, con sentenza del 2005, aveva convalidato il licenziamento sottolineando che “per quanto l’ambiente di lavoro possa essere informale, nel comportamento e nel lessico usato non ci si può spingere fino alle maniere rozze ed eccessive e ad usare la voce alta, peraltro nelle vicinanze degli spazi frequentati dalla clientela, per richiamare i dipendenti ad una più esatta osservanza dei loro obblighi”.
Questo punto di vista è stato pienamente condiviso dalla SUPREMA CORTE - con la sentenza 4067/2008 -che ha aggiunto che un simile comportamento lede “la dignità e l’amor proprio del personale, oltretutto sottoposto a vincolo di gerarchia nei confronti del capo che commette tali scorrettezze”. Così il ricorso del capo scurrile è stato rigettato.

Anonimo ha detto...

Ma siamo realisti.Alla coop dei 90 dipendenti non frega niente, importa solo cogliere l'occasione per aprire un gran centro commerciale che moltiplichi le vendite e elimini ogni concorrenza sul nostro territorio.
Se il comune non gli concederà di costruire sui terreni espropriati se ne andranno e butteranno a mare i dipendenti senza esitazione, nel vero spirito ccoperativo!!!

Anonimo ha detto...

Coop a Sant Antonio La vertenza approda in un vertice a Roma
il Centro — 04 dicembre 2009 pagina 03 sezione: L'AQUILA

L’AQUILA. La vertenza Coop approda a Roma. Mercoledì 9 dicembre, nella sede della Lega delle cooperative, faccia a faccia tra Coop centro Italia e sindacati. Il nodo del contendere è la presenza della Coop in città dove, fino a prima del 6 aprile, erano in funzione tre punti vendita principali (Pettino, Torrione e Campo di Pile), uno solo dei quali ha riaperto i battenti, quello del Torrione. Sullo sfondo della vicenda c’è il contestato insediamento del gruppo commerciale in un terreno nella zona di Sant’Antonio, proprio a ridosso dell’area dove sono sorte le abitazioni del progetto Case. Una collocazione sulla quale il Comune ha detto no già da molto tempo, ma sulla quale l’azienda non pare disposta ad arretrare neppure di un millimetro. L’incontro tra Coop Centro Italia e i sindacati locali e nazionali servirà a fare chiarezza sulla permanenza della cooperativa in città. Secondo Umberto Trasatti della Cgil «ci sono tutte le condizioni per chiudere la vertenza in maniera positiva. Gli obiettivi principali sono quelli di mantenere i livelli di reddito e i livelli occupazionali. Su questi temi il confronto è possibile, ma bisogna lavorare con serenità sulla scelta di un sito condiviso sia dall’azienda sia dagli enti locali che devono rilasciare le autorizzazioni per l’insediamento. Sarebbe un atto di responsabilità quello di adoperarsi per la soluzione del problema. La Coop deve restare all’Aquila, dove, nel corso degli anni, si è radicata in maniera importante attraverso una massiccia campagna soci e deve investire anche in un altro sito che verrà individuato», dice in conclusione Trasatti . Intanto, chiedono certezze sul loro futuro soprattutto gli 80 dipendenti che sono stati messi in cassa integrazione mentre altri sono stati costretti a trasferirsi in punti vendita fuori città in conseguenza della chiusura dei supermercati dopo il terremoto. - Enrico Nardecchia