09 marzo 2011

COOP, ECCO COME CI SI LIBERA DI UN LAVORATORE









Trasferimenti, cambi di mansione e minacce. Un anno di soprusi alla Manutencoop di Zola Predosa. La denuncia questa mattina in una conferenza stampa dei Cobas
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Cinquant’anni, dipendente della Manutencoop Facility Management di Zola Predosa fino allo scorso 24 febbraio, Paolo Zanella ha denunciato questa mattina, durante una conferenza stampa indetta dai Cobas, l’incubo di più di un anno passato a combattere contro i tentativi dell’azienda di licenziarlo senza motivo.

Nel 2009 comincia ad avere i primi problemi con l’azienda: “A dicembre- racconta – mi chiamano i direttori del personale: mi offrono 18 mensilita’ per andar via o la possibilita’ di fare un colloquio con un’altra azienda del gruppo, altrimenti sarei stato perseguitato. Rifiuto, ma un mese dopo- ricorda ancora Zanella- ricevo la lettera di trasferimento a Torino. Ho problemi di salute e mi metto in malattia”.

Poi il rientro in azienda e l’immediato spostamento a Roma per un periodo di tre mesi: quindi, continua il racconto, “vengo messo in ferie e torno a Bologna. Mi chiamano i dirigenti e mi dicono di non pensare che sia finita qui”. E’ il 26 settembre quando a Zanella viene comunicato, prima a voce poi in forma scritta, che deve andare in un call center per frequentare un corso di formazione: “Un corso per poi lavorare da casa- aggiunge- con un orario che va da mezzanotte alle otto di mattina. A quel punto chiedo di essere reintegrato nel posto di lavoro che occupavo nel 2009″.

L’udienza e’ in programma il 22 febbraio, “ma il giorno prima ricevo una comunicazione in cui mi si dice di tornare a lavorare. Il giudice prende atto della volontà dell’azienda e la cosa sembra essere finita lì”. Ma non e’ cosi’, perche’ dopo “soli due giorni mi dicono che sono stato licenziato, che il mio posto di lavoro e’ stato soppresso. Quindi- conclude Zanella- consegno il badge e vengo accompagnato alla porta”. Senza arrendersi Zanella ha ora deciso di impugnare il provvedimento e forse anche di far partire una azione penale.

“Pensiamo che il licenziamento di Zanella- si legge in un documento firmato da una ventina di delegati di varie aziende (bolognesi e non) e da 50 lavoratori- sia la punta dell’iceberg. Molte aziende, approfittando della crisi sono tentate di seguire l’onda Marchionne, che in Fiat sta portando la sua azione fino agli estremi rimedi. Perche’ accordi sindacali imposti con il ricatto del posto di lavoro, diventino la regola che imbriglia lavoratrici e lavoratori”.

Il sindacato di base in un comunciato parla di “mobbing strategico” e assieme ad una settantina di lavoratori e delegati affermano: “Pensiamo che il licenziamento di Zanella sia la punta dell’iceberg. Molte aziende, approfittando della crisi sono tentate di seguire l’onda Marchionne, che in Fiat sta portando la sua azione fino agli estremi rimedi. Perche’ accordi sindacali imposti con il ricatto del posto di lavoro, diventino la regola che imbriglia lavoratrici e lavoratori”.


8 marzo 2011

Zic.it


2 commenti:

Anonimo ha detto...

ci teniamo a comunicare la situazione di disagio sul lavoro in cui ci troviamo a operare con azienda manutencoop che ci costringe a subire atteggiamenti minacciosi da parte delle nostre responsabili e infliggendo a volte multe e per cinque ore di lavoro ci fa operare in cinque posti diversi occupandoci tutta la giornata guai lamentarsi
Un gruppo lavoratrici manutencoop

Anonimo ha detto...

Purtroppo MANUTENCOOP adotta da tempo questo sistema, da quando, causa le nuove acquisizioni, gli utili sono diminuiti e la gestione è affidata a dirigenti delle aziende acquisite che la porteranno al collasso. Parlo così perchè anche io come Paolo ho subito pressioni per mesi,e minacce di trasferimenti che ovviamente non ho accettato. Diversamente da lui io ero da sempre dipendente di MANUTENCOOP e il mio lavoro non è mai stato soppresso, non ho mai avuto richiami ma aumenti di livello e premi produzione.
L'azienda fa questo per ridurre i costi ed approfitta di tutte quelle situazioni dove può speculare, o per malcontento o per semplici richieste di spiegazione su tali comportamenti, a tal punto che gira all'interno la voce dell'esistenza di una lista nera del personale.

Fortunatamente il mio lavoro è molto richiesto ed io come tanti altri ho deciso di accettare la buonuscita (molto più alta del povero Paolo) ma ho registrato tutte le conversazioni con il capo del personale e vi garantisco che sono vergognose.

E' con immenso dispiacere che comunico quanto sopra ma è veramente vergognoso che l'azienda che fino a qualche anno fa era considerata un valore ed una certezza per le persone comuni sia caduta così in basso.

A chi si chiede perchè quelli come me non intervengono devo dire che affrontare un colosso come MANUTENCOOP è difficile e costoso.
Mi chiedo però, perchè il conciliatore che ha visto firmare così tanti licenziamenti in così poco tempo non abbia sollevato dubbi.