16 gennaio 2011

I LAVORATORI DELLA COOP ALFA SCRIVONO AI CONFEDERALI LA LORO RABBIA

Non esiste solo Fiat e Marchionne e il marchionneismo c'era da prima.

A ricordarcelo l'ennesimo caso di sopruso e assenza dei più elementari diritti nelle Coop sociali, ormai un elenco senza fine.

In questo caso i lavoratori di Coop Alfa ritengono responsabili i sindacati confederali (per cui anche Cgil che almeno tramite Fiom è così intransigente sui diritti) colpevoli di firmare accordi con clausole capestro.



LETTERA APERTA ALLE SEGRETERIE DELLE CONFEDERAZIONI SINDACALI CGIL, CISL E UIL, AI LORO FUNZIONARI E RSA.

Siamo i “65”, lavoratrici e lavoratori della coop Alfa, in occupazione nei magazzini Corena srl di Nerviano, appalto Parrini, per la lavorazione della resa nazionale dei giornali invenduti, scriviamo la presente, per comunicare i nostri pensieri, a voi che dovreste esserne la naturale estensione e traduttori in testo, di leggi e regole che difendano i nostri diritti ad un posto di lavoro ed una retribuzione degna che siano lontani dalla schiavitù, a cui siamo condannati a causa anche delle vostre firme e sigle che hanno sancito, sanciscono e sanciranno quei contratti collettivi nazionali che determinano la nostra vita lavorativa.

Ci chiediamo quanti di voi, effettivamente, conoscono la situazione di precariato, soprusi, ricatti, che angosciano il mondo della cooperazione, nel settore dei trasporti e della logistica e non; forse in questi giorni state recependo qualcosa, grazie alle battaglie, che noi lavoratrici e lavoratori della coop Alfa, come molte altre realtà simili alla nostra (coop Papavero di Cerro al Lambro, CLO appalto Billa, consorzio Elios appalto Ta.Imm. Varedo....e tutti gli altri), abbiamo intrapreso e che stiamo portando avanti da anni e in maniera pesante ed eclatante dal 27 dicembre 2010, da quando siamo in occupazione, senza stipendio, senza riscaldamento, senza certezze né futuro, ma con la convinzione che non è possibile continuare in questo modo, si necessita un azione collettiva, nazionale e radicale, che colpisca nel profondo, il cancro che sta divorando lavoro e lavoratori, sicuri di essere un esempio, per tutte quelle realtà che si rispecchiano in noi.

La nostra situazione ha attirato molto la curiosità dei media, che hanno dato voce e risonanza alla piaga che ci affligge, anche per colpa di un sistema che non funziona e che necessita di importanti cambiamenti. Forse è proprio per questa visione mediatica che il Signor Nino Cortorillo, Segretario della Filt Cgil Lombardia, senza nemmeno conoscerci, con il quale non abbiamo mai avuto il piacere di incontrarci, si è preso la briga di scrivere per nostro conto e a nostro nome, comunicati e lettere, che riguardano la nostra situazione, azione di basso profilo, preferita a quella di apporre la semplice firma sui comunicati scritti, da noi lavoratori con l'aiuto dei nostri funzionari sindacali, che sono qui con noi, giorno e notte e che sopportano con noi il peso di questa “guerra”, che ci vede a nostro malgrado protagonisti. Come al solito i pregiudizi, i luoghi comuni e le ragioni politiche, prevalgono sul buon senso e su quello che realmente sarebbe meglio e sicuramente fatto nell'interesse dei lavoratori.

A tale argomento, la nostra curiosità è richiamata, dalle informazioni che ci giungono, dai tavoli sui quali Voi, Signori Confederali, state decidendo le regole, che decideranno l'evolversi o probabilmente, come successo negli ultimi anni, l'involversi del nostro futuro lavorativo.

Soprattutto, il nostro occhio vigile, si è soffermato su quella piccola regola, chiamataclausola sociale”: la società subentrante nel servizio in appalto deve assorbire, alle stesse condizioni normative ed economiche, i lavoratori addetti all'appalto. Ciò rappresenterebbe un ancora di salvezza per molti lavoratori, che oggi vivono invece le angherie dei padroni che ad ogni cambio di appalto, spesso con cooperative, applicano il ricatto del lavoro a condizioni peggiori o il licenziamento, mettendo di fatto in mezzo ad una strada, le intere maestranze, prive di un ricollocamento, nella maggior parte dei casi anche senza ammortizzatori sociali. Sappiamo che questa clausola di salvaguardia occupazionale, eliminerebbe gran parte dei dispositivi di ricatto, ma sia i padroni che l'Asso.coop non la vogliono integrare nei contratti e voi confederali siete pronti anche questa volta ad accomodare.

Se questa regola fossa già stata in vigore, pensate che la nostra situazione sarebbe stata questa? O forse è corretto dire che a quest'ora saremmo tutti occupati e contenti, ricollocati nella società subentrante nell'appalto....

Altra piaga che affligge il mondo della cooperazione, è l'affidamento della commessa in più sub-appalti in serie, che di fatto non fanno altro che limare le retribuzioni e levare diritti, ad ogni passaggio, dei lavoratori che sono gli esecutori finali delle lavorazioni. Non sarebbe forse meglio mettere un limite a queste catene? Non basterebbe forse un solo intermediario tra committente e lavoratori?

Sarebbe ora che cominciaste ad apporre la vostra firma, soltanto su accordi propositivi, migliorativi, a favore dei soci lavoratori di cooperativa, invece di continuare a dare seguito alla nascita di deroghe, protocolli d'intesa e contratti ad hoc, con condizioni di sfruttamento e schiavitù, alle quali nessun essere umano dovrebbe essere mai obbligato a sottostare.

Proprio in questi giorni, si sta trattando il rinnovo del CCNL trasporti e logistica, la nostra situazione, insieme a tutte le altre, la nostra battaglia dovrebbe essere orgoglio per tutti voi, donandovi la necessaria forza e spinta, per portare avanti, quelle che riteniamo, le necessarie modifiche, alle regole di questo gioco perverso, nel quale siamo stufi di essere sempre le vittime sacrificali, a vantaggio dei padroni che fanno da carnefici.

Oltre questo, siamo convinti, bisognerebbe coordinare una movimentazione su tutto il territorio nazionale, non divisi, non con medaglie sul petto, ma tutti uniti sotto un unica bandiera, che porti i colori della dignità e dei diritti umani nel mondo del lavoro, per la nostra generazione e per quelle che verranno; per un futuro migliore, ci vuole un inversione di tendenza adesso, qui nel presente, se vogliamo evitare che il nostro paese, finisca in una spirale, che non potrà altro che condurci alla povertà, alla disoccupazione e al sotto sviluppo.

Questo è il malessere che noi denunciamo, ponendo voi come porta voci delle nostre richieste, idee e pensieri, in quelle sedi di istituto, su quei tavoli, dove in gioco ci sono le nostre vite.

Sperando che le nostre parole genuine e sincere, allarghino i vostri orizzonti, vedute e posizioni, dandovi la giusta ispirazione e coraggio, nonché coscienza, ricordandovi la bandiera che simboleggia gli ideali per i quali vi battete e i lavoratori che rappresentate, in quello che farete, oggi e in futuro, noi, lavoratrici e lavoratori, della coop Alfa, dal nostro "piccolo grande presidio", in occupazione forzata, siamo disponibili a qualsiasi confronto costruttivo, atto a migliorare, non solo la nostra precaria situazione, ma anche quella di tutto il settore della cooperazione, nel mondo dei trasporti e della logistica.

Sicuri e convinti di quello che siamo, ovvero “lavoratori liberi”, liberi da schiavitù e sfruttamento, vi invitiamo ad approfondire le realtà come le nostre, che sono tantissime, sparse su tutto il territorio nazionale e cogliendo l'occasione, porgiamo distinti saluti.


LE LAVORATRICI E I LAVORATORI

DELLA COOP ALFA

IN OCCUPAZIONE NEI MAGAZZINI

CORENA SRL - NERVIANO



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