Cambio alla guida di Coop Adriatica: esce Coffari, entra Turrini (foto)
L'articolo che segue non è la solita solfa di un avvicendamento ai vertici di una delle maggiori Coop della grande distribuzione, ma ci dice qualcosa di più.
Se ne va Coffari, ormai 65enne (in Unicoop Firenze l'esempio di Campaini ci dice che si può continuare anche oltre 70 tranquillamente) ma difficilmente andrà a spasso coi nipoti: «E un futuro di Coffari in Unipol sulle orme del suo predecessore? "Per carità - sorride il diretto interessato - a una certa età è opportuno lasciare gli incarichi operativi. Certo se c'è da dare un contributo io ci sono"».
Arriva Turrini, più giovane certo, ma già con qualche impiccio legato ad un'indagine sull'inchiesta Uni Land, con l'accusa di false comunicazioni sociali. Certo è robetta, per gente che ha conosciuto Consorte.
In ogni caso, Coop Adriatica è una delle non molte Coop della GDO che parrebbe in salute. Non a caso, la presentazione del bilancio 2010 che verrà illustrato il 5 maggio, avverrà alla presenza di Romano Prodi.
Coop Adriatica ha senz'altro sofferto, come le altre Coop che attraverso la dismessa Holmo e Finsoe controlano Unipol, della grave crisi del gruppo assicurativo il cui tracollo è evidente dal grafico del titolo. Quest'anno però si rivede il dividendo e più che altro lo si vede nella contollata IGD, vero fiore all'occhiello di Coop Adriatica che la controlla col 41,5% insieme ad Unicoop Tirreno (15%).
Altra chicca dell'articolo è la dichiarazione del presidente uscente Coffari che si rammarica di «non esser riusciti ad aumentare la partecipazione dei dipendenti alle scelte strategiche delle cooperative». Tradotto, condividere con i lavoratori obiettivi e utili d'impresa. «All'estero ci sono esperienze molto interessanti. Servirebbe un po' di coraggio ma qui in Italia spesso manca la voglia di rischiare».
Guarda caso la stessa cosa è stata detta qualche giorno fa dal presidente del Consiglio di Sorveglianza di Unicoop Firenze, Turiddo Campaini. Un caso?
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Alla Coop Adriatica si sta per chiudere un ciclo. Quello che per 13 anni ha visto Gilberto Coffari alla guida del colosso della grande distribuzione bolognese. Prima come braccio destro di Pierluigi Stefanini. Poi dall'ottobre 2006 come presidente.
In questi giorni si stanno svolgendo le votazioni per eleggere i presidenti di Distretto che siederanno nel futuro cda. Poi sarà la volta delle assemblee di bilancio e infine l'assemblea dei soci. E quella di giugno sarà l'ultima per Coffari, che compirà 65 anni proprio il giorno dopo l'assise che incoronerà il suo successore. La scelta alla fine è caduta su Adriano Turrini di Coop Costruzioni.
«Una candidatura adeguata - è il suo giudizio - sia per le sue competenze che per la sua cultura cooperativa». Sarà «un passaggio di consegne naturale, rapido e molto soft - assicura Coffari - d'altronde conosco Turrini e non ci sarà alcuna difficoltà». E un futuro di Coffari in Unipol sulle orme del suo predecessore? «Per carità - sorride il diretto interessato - a una certa età è opportuno lasciare gli incarichi operativi. Certo se c'è da dare un contributo io ci sono».
Al di là dell'anagrafe, quella che Coffari lascerà nelle mani di Turrini è una Coop Adriatica in salute. Lo scorso anno le vendite di prodotti per la prima volta hanno superato la soglia dei 2 miliardi di euro. In crescita anche il numero di soci (oltre un milione) e gli introiti di fine anno non sono da meno. Nel 2010 l'utile netto è arrivato a 27,6 milioni di cui oltre 6 milioni torneranno nelle tasche degli tesserati. Un legame di ferro tra soci e cooperativa testimoniato anche dai prestiti sociali che ammontano all'iperbolica cifra di 2 miliardi di euro. Piccoli risparmi affidati a Coop Adriatica da oltre 230 mila soci.
L'ultimo bilancio dell'era Coffari verrà illustrato il 5 maggio a palazzo Re Enzo con Romano Prodi. Ma già ora il presidente si mostra orgoglioso della strada percorsa in questi 13 anni. Quando nel '95 ci fu la fusione tra le due coop Emilia Veneto e Romagna Marche «avevamo la metà dei soci e dei supermercati mentre negli anni il fatturato è cresciuto dell'80%».
Ma se la missione dal punto di vista dei numeri può dirsi compiuta Coffari non nasconde qualche rimpianto. «Non esser riusciti ad aumentare la partecipazione dei dipendenti alle scelte strategiche delle cooperative». Tradotto, condividere con i lavoratori obiettivi e utili d'impresa. «All'estero ci sono esperienze molto interessanti. Servirebbe un po' di coraggio ma qui in Italia spesso manca la voglia di rischiare». Un obiettivo «auspicabile - taglia corto Coffari - ma non mi permetto di dettare l'agenda a chi prenderà il mio posto».
Ma la coop di Castenaso in questi anni non si è seduta sugli allori. Aprendo il portafoglio a librerie, società di turismo e distributori di benzina a marchio coop.
L'asset più prezioso resta Unipol.
Un colosso che fatica a tenere i conti in ordine. «Al contrario - assicura Coffari- quest'anno i risultati sono soddisfacenti e abbiamo condiviso la scelta di rafforzare il gruppo dal punto di vista patrimoniale». Una decisione che quest'anno non porterà dividendi nelle casse degli azionisti.
Non così l'Igd, di cui Coffari è presidente col 41,5% delle quote e che quest'anno distribuirà ai soci un dividendo di 7,5 centesimi per azione, 9,6 milioni per l'azionista di riferimento. Infine Coffari si concede una battuta sulle elezioni a Bologna. «Sono fiducioso, i candidati sembrano persone serie. Certo sarebbe auspicabile un po' di entusiasmo in più».
21 aprile 2011
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