A giugno chiuderà il punto di vendita Coop nel centro commerciale 'I Sanniti', di Via dei Longobardi a Benevento. La notizia è della scorsa settimana. La preoccupazione, il dispiacere e la rabbia dei cittadini sanniti hanno varie cause e si propongono per diverse conseguenze, anche se il primo aspetto, in assoluto, da sottolineare è quello temporale: la chiusura avviene a meno di cinque anni dall'apertura. La precedente contrastata gestazione (politica e giudiziaria) dell'operazione, era durata più o meno altrettanto!
Il fatto: Unicoop Tirreno ha scritto una lettera ai propri dipendenti e ai soci della Coop. Con essa ha informato che non ha intenzione di proseguire le attività a Benevento. Il motivo? “A causa innanzitutto di una gestione del centro commerciale 'I Sanniti' del tutto insufficiente e con costi di struttura a nostro carico molto elevati”.
La Coop, insomma, “non riesce ad arrestare la caduta di vendite e il peggioramento del conto economico che ha fatto registrare nel 2010 una perdita superiore a tre milioni di euro”. La Coop, così, ha deciso di non rinnovare il contratto di locazione dei locali nel centro, in scadenza a giugno.
Nulla lasciava immaginarlo in quell'ottobre del 2006 quando, con frenesia, si arrivò finalmente ad aprire il centro commerciale. Troppa fretta, dopo l'enorme ritardo accumulato sui tempi annunciati.
Su quell'apertura e quanto di connesso si sono susseguite polemiche, denunce e inchieste giudiziarie che hanno coinvolto tecnici e amministratori delle due ultime consiliature. Per quanto deciso a Palazzo Mosti e per quanto promesso e non mantenuto dal primo motore dell'operazione: Maurizio Zamparini.
Ma davvero nulla ci si è fatto mancare in Via dei Longobardi, tanto meno le lotte intestine, anche a suon di carta bollata, tra i soci del Consorzio 'I Sanniti', la Coop, la società riferibile al Gruppo del presidente del Palermo Calcio e imprenditori locali. Un animoso ginepraio che ha, immediatamente, indebolito l'operazione già così traballante di suo sul piano amministrativo e poi giudiziario.
Coop in particolare ad ottobre 2006 era partita alla grande annunciando un investimento di oltre 10 milioni di euro e oltre 200 assunzioni, avendo preso quasi il 50% dello spazio commerciale disponibile, con oltre cinquemila metri quadrati per il suo iperstrore. Due anni dopo, invece, era già crisi, con problemi di stabilità del posto per i dipendenti e successiva riduzione anche dello spazio per i prodotti Coop, confinati in soli tremila metri quadrati.
Fu chiaro a tutti quelli che volevano vedere: la retromarcia del punto di maggiore attrazione del centro commerciale avrebbe sancito l'inizio della fine. A nulla sono valsi, negli ultimi anni, gli scioperi e le mediazioni istituzionali, comprese quelle tentate dal Comune. Ipercoop Tirreno ha continuato a tagliare e così a perdere clienti e consumatori.
A dicembre il prologo: ha chiuso Mandi, l'altro grande operatore commerciale, direttamente portato dal Gruppo Zamparini. Il punto vendita Coop, ora, chiuderà i battenti, con tutto quello che si può immaginare per i rimanenti negozi.
Sul futuro dei dipendenti per ora incombono nuvoloni neri. Nella citata lettera Unicoop scirive: "In questa fase, sono in corso contatti con la proprietà del centro commerciale stesso. Coop ha manifestato la propria disponibilità a contribuire a soluzioni in grado di garantire la tenuta dei livelli occupazionali". Fredde parole che paiono molto di circostanza.
Questo è il primo dei problemi. La perdita dei posti di lavoro è in assoluto il più drammatico, soprattutto in questa fase di crisi economica che ha già visto, nei mesi scorsi, altre chiusure di supermercati e discount a Benevento.
Ma la più generale, negativa congiuntura non può essere l'alibi, perché in questa amara vicenda ci sono innanzitutto delle responsabilità! A Benevento, infatti, c'è un altro centro commerciale, analogo ai 'Sanniti', ‘Leclerc Conad-Buonvento’, in Contrada San Vito. Ha aperto per primo, ha subito con qualche sofferenza il contraccolpo della concorrenza del cosiddetto Ipercoop, ma poi ha vinto la battaglia: se non soltanto tra rose e fiori, va comunque avanti con un costante, soddisfacente flusso di clienti.
Se a giugno chiuderà Coop, quindi, ciò accadrà per la guida locale della struttura cooperativistica e la contestuale gestione del centro commerciale, evidentemente, troppo segnate dalle originarie modalità d'approccio dell'intrapresa molto disinvolte. Il marchio Coop è quanto di più appetibile per una struttura commerciale: in Campania ve ne sono solo cinque. Occorreva, al di là delle responsabilità proprie del Gruppo, per la comunità che l'ha ospitato vigilare onde agevolarne lo sviluppo e non invece limitarsi a vederlo soffocare con alti fitti.
Di tutto, inoltre, bisognava fare per impedirne il ridimensionamento in un Superstore. Così come, ora, ove ancora possibile, istituzioni e sindacati, partiti e associazioni di consumatori dovrebbero attivarsi per sventare l'abbandono.
C'è infatti, la scriviamo per ultima ma non è l’ultima, anche la questione della forte perdita che ne riceveremo noi tutti consumatori che verremo privati di prodotti di provata qualità, garantita e certificata, e pure a prezzo contenuto. A nessuno sfugge quanto la sicurezza alimentare sia importante soprattutto in questa nostra regione dalle terre avvelenate.
Se poi si pensa alle sofferenze arrecate negli scorsi anni al piccolo commercio cittadino (e alle tante chiusure di negozi) causate dai due ‘iper’, fatti installare quasi al centro di Benevento, ben si spiega quanta rabbia possa suscitare l'annuncio della chiusura di Coop a giugno. Ma a Benevento ci sono le Comunali, a maggio. E i politici han ben altro a cui pensare...
Carlo Panella
il Quaderno.it
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