28 aprile 2011

NEGOZI APERTI IL PRIMO MAGGIO: SCIOPERO A FIRENZE E MILANO


Contro la deroga per gli esercizi commerciali i sindacati hanno proclamato la protesta. Serrande alzate anche a Torino, Roma, Bologna e in altre città




E' polemica intorno alla opportunità di tenere o meno aperti i negozi il 1° maggio. A Milano e a Firenze i sindacati hanno dichiarato una giornata di sciopero proprio nel giorno della festa dei lavoratori. Filcams-Cgil, Uiltucs-Uil e Fisascat-Cisl del capoluogo lombardo hanno appena indetto la protesta contro la deroga che consente l'apertura di tutte le attività di vendita, concessa, fra le polemiche, dal Comune. Il sindaco Letizia Moratti si era detta "meravigliata" per la reazione dei sindacati, affermando che la scelta di consentire l'apertura dei negozi è un modo per tutelare il lavoro.
Una motivazione contestata dal leader della Cgil, Susanna Camuso: "Ciò che è assolutamente stravagante, in tutta questa polemica, è che si vorrebbe sostenere che il calo dei consumi nel nostro paese sia determinato dal fatto che non si aprano i negozi nei 5 giorni festivi dell'anno. Il calo dei consumi è determinato invece dal fatto che i lavoratori e i pensionati hanno sempre meno risorse e quindi riducono la loro attività".

Firenze. A firenze, come a Milano, la decisione del Comune di dare il via libera all'apertura delle saracinesche ha spinto i sindacati
a proclamare uno sciopero del commercio il 1° Maggio: manifestazione da piazza Santa Croce a piazza della Repubblica alle 10. Si protesterà anche nelle altre città della Toscana.

In futuro la festa dei lavoratori sarà invece "blindata". Natale e il 1° Maggio saranno festività certe, con tutti i negozi chiusi. La giunta regionale sta infatti finendo di lavorare a una proposta di legge per farle diventare intoccabili, immuni anche da concertazioni.

Roma. Nella capitale, che in quel giorno aspetta l'arrivo dei pellegrini per la beatificazione del Papa, è scontro fra commercianti e sindacati. Cgil invita i negozianti alla serrata di "disubbidienza" perché la Festa del lavoro "va rispettata". "Abbiamo dato indicazioni ai lavoratori degli esercizi commerciali di non presentarsi il Primo maggio", ha detto ieri il segretario generale della Filcams-Cgil di Roma e Lazio Vittorio Pezzotti, lanciando così il boicottaggio dell'ordinanza che permette ai negozi in alcune zone della città di tenere le saracinesche aperte in occasione della beatificazione di Wojtyla. Immediata la replica di Cesare Pambianchi, presidente della Confcommercio romana: "La dichiarazione di Pezzotti è di una gravità assoluta". Pambianchi invita "i titolari degli esercizi commerciali ad adottare con la massima intransigenza, laddove ricorrano i presupposti, tutti i provvedimenti previsti dalla normativa contrattuale contro coloro che non si recheranno domenica al lavoro".

Bologna. Bagarre sul Primo maggio anche a Bologna. Da un lato c'è la richiesta del Comune di lasciare le saracinesche alzate "per aiutare la ripresa dei consumi". Dall'altra il sindacato, convinto che il giorno della Festa dei lavoratori i dipendenti debbano restare a casa o andare in piazza. Fra i due contendenti ci sono i commercianti bolognesi che quest'anno sono meno disponibili dell'anno scorso a fare gli straordinari. Sulla questione è intervenuta anche la Confesercenti tramite il suo direttore Loreno Rossi: "Chi resterà aperto il Primo maggio? Le stesse attività che sono aperte le altre domeniche, quindi pochissime".

Torino. Si litiga pure a Torino, dove l'assessore al Commercio Alessandro Altamura ha deciso: "Serrande alzate, siamo una città turistica e ci sono le celebrazioni dei 150 anni". Anche nel capoluogo piemontese la Cgil è scesa sul piede di guerra. "Non siamo affatto d'accordo con la decisione dell'assessore Altamura - dice la segretaria generale della Filcams-Cgil Torino, Elisabetta Mesturino. - e lo inviteremo a ripensarci. È in atto una forte polemica a livello nazionale con il sindaco di Firenze Renzi, ma eravamo convinti che a Torino non avremmo avuto problemi di questo tipo. Invece ora arriva questa scelta, che contraddice la stessa delibera approvata dal Comune a dicembre".

Genova. Più tranquilla invece la situazione a Genova, dove la decisione di dare il via libera all'apertura delle saracinesche non ha suscitato scontri. Negozi aperti il primo maggio nella zona dell'Expò e di via San Lorenzo, a Genova. "E' la stessa situazione del giorno di Pasqua - spiega l'assessore al Commercio Gianni Vassallo - la deroga valeva infatti per tutta la durata di Euroflora, che per caso coincide appunto con due delle festività di chiusura del calendario commerciale".

Bari. Festa 'blindata"a Bari con negozi rigorosamente chiusi. Il fatto che il Primo Maggio cada di domenica ha rafforzato la tesi, nel capoluogo di regione, secondo cui le saracinesche degli esercizi commerciali debbono rimanere abbassate. Qualche polemica si registra invece nel Salento e in particolare a Lecce, complice il fatto che nell'ultimo weekend il 'tacco d'Italia" è stato preso d'assalto dai turisti, anche stranieri, e che qualche commerciante che aveva deciso di tenere aperto il proprio negozio è stato multato.



28 aprile 2011


Valeria Pini


La Repubblica.it

1 commento:

Anonimo ha detto...

che Renzi fosse un fintone di sinistra si ipotizzava....adesso è una certezza .