16 agosto 2010

COOP PAPAVERO PEGGIO DELLA FIAT ! SCIOPERANO: LICENZIATI IN 15

Ancora le cooperative sociali sotto i riflettori per l'assenza di tutela e di dignità nei confronti dei lavoratori

E' evidente che questa è la nuova emergenza del mondo del lavoro e della difesa dei più elementari diritti

Magazzini e logistica sono i bersagli più ghiotti per chi vuol sfruttare i lavoratori più esposti a ricatti, i migranti e tutti quelli che sono disposti ad accettare condizioni subumane pur di mangiare. I sindacati confederali, in genere, si guardano bene dall'occuparsi di questi casi così rognosi e per niente remunerativi in termini di carriera. Tengono il fronte, ma osteggiatissimi, solo i sindacati autonomi, come in questo caso lo S.I Cobas.

*********************************************************************

Febbraio 2010: vari scioperi a Cerro al Lambro, dei lavoratori della Cooperativa Papavero, che ha in appalto lavorazioni della GLS Italy, gigante europeo delle spedizioni, di proprietà delle poste inglesi.

Le rivendicazioni quelle “usuali” nelle cooperative della logisitica: un trattamento dignitoso, rispetto umano, rispetto delle norme e dei livelli economici previsti dai contratti nazionali, il pagamento di tutte le ore ordinarie e straordinarie lavorate e una distribuzione più equa dei carichi di lavoro, delle turnazioni, dell'orario e degli straordinari.

I lavoratori della cooperativa, in maggioranza giovani extracomunitari, ad ogni sciopero si sono trovati di fronte non solo la cooperativa, ma oltre un centinaio tra poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa, schierati davanti al capannone GLS Italy di Cerro al Lambro, e che più di una volta hanno caricato i picchetti. Dopo le lotte parte la ritorsione della Coop. Papavero, con contestazioni disciplinari. Ma con una condotta pienamente antisindacale la coop si rifiuta di ascoltare i lavoratori a propria difesa con il sindacalista di fiducia da loro designato, come previsto dall’art. 7 dello Statuto dei Lavoratori.

La condotta antisindacale della Coop Papavero si dimostra anche dal fatto che, fino ad oggi, si è costantemente rifiutata di accogliere le disdette dei lavoratori dalla sigle cui erano precedentemente iscritti e di far partire le trattenute sindacali a favore del Sindacato Intercategoriale Cobas. Senza aver più contestato nulla ai lavoratori nei modi previsti per legge, a sei mesi di distanza dagli scioperi, in pieno agosto, fa partire 15 licenziamenti politici, di rappresaglia.

Le motivazioni sono risibili e pretestuose: aver scioperato, aver fatto i picchetti, aver rilasciato dichiarazioni alla stampa “lesive” per la Cooperativa (senza mai aver contestato un fatto specifico o una dichiarazione citata da un preciso giornale).

Questi licenziamenti sono un chiaro atto di vendetta, un attacco al diritto di sciopero e alla libertà di associazione sindacale. Il loro scopo è quello di intimidire i lavoratori delle cooperative, impedire che si organizzino per difendere i propri diritti e le proprie condizioni di lavoro.

La volontà dei padroni delle cooperative (che non hanno nulla a che fare con i “fini mutualistici” che per legge devono mettere in cima ai propri statuti), assieme a quelle dei grandi appaltatori che si servono di loro, è quella di mantenere questi lavoratori in uno stato permanente di ricatto, di assenza di regole certe e di rispetto delle minime norme contrattuali. Per tutti e due un unico imperativo: fare più guadagni pagando il meno possibile i lavoratori ed evitando che si organizzino sindacalmente.

Questa “normalità” di ricatto, lavoro non pagato e/o lavoro nero, fino alla collusione con la mafia, è la vita quotidiana nelle cooperative, come hanno messo in luce anche le inchieste della magistratura in Lombardia negli ultimi due anni. Per aver contrastato tutto questi i 15 lavoratori sono stati licenziati dalla Coop Papavero.

12 agosto 2010

S.I. Cobas

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Al Dal Molin le cooperative rosse; e nessuno è sorpreso

Scritto da NoDalMolin:

Finalmente sono stati resi noti i nomi delle ditte che dovranno costruire la nuova base militare Usa a Vicenza: Consorzio Cooperative Costruzioni di Bologna e Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna.
Inutile ricordare i legami stretti tra queste cooperative rosse e molti membri del Governo Prodi e del commissario Costa. Il ministro Bersani era stato presidente della CMC di Ravenna, linaugurazione della nuova sede della CCC di Bologna venne fatta in pompa magna da Massimo D'Alema.

Altro che inderogabili impegni internazionali, altro che rispetto dei patti: hanno svenduto la nostra città per garantire un lucroso affare alle cooperative rosse loro amiche. Le stesse cooperative impegnate nella costruzione della Tav in Val di Susa, giusto per gradire.

Ecco perché il buon Walter Veltroni, nel suo recente viaggio elettorale a Vicenza ha detto: la base si farà.
Non vorrete mica far perdere un sacco di soldi ai nostri amici, vero?

Ebbene si, cari Prodi, Costa, Bersani, D'Alema, Veltroni: quella base non si farà mai, perché le vostre bugie hanno le gambe corte, perché migliaia di uomini e donne lo impediranno, in maniera pacifica ma determinata.

A Monopoli giocherete un altra volta, e non sulle nostre teste.

Anonimo ha detto...

Si, la notizia è nota da qualche mese:
http://www.finanzainchiaro.it/dblog/articolo.asp?articolo=355