28 agosto 2010

ALLA CONAD CHI SCIOPERA VIENE SOSPESO


Sulla via di Melfi?

Sospensione cautelativa di quattro lavoratori del centro smistamento alimentari Conad di San Salvo (Chieti) in appalto alla CFT Firenze, che avevano partecipato ad uno sciopero. Due sono sindacalisti dello Slai Cobas che si rivolgerà al Tribunale di Vasto invocando l'articolo 28 dello statuto dei lavoratori per attività antisindacale.

Per accompagnarli ai cancelli sono stati chiamati i carabinieri


E' singolare che si torni dopo poco tempo a parlare ancora di tensioni nei magazzini Conad, dopo i noti fatti di Montopoli Valdarno. Altrettanto singolare che la protagonista della vertenza che dovrebbe portare al licenziamento di 4 lavoratori sia la coop CFT di Firenze, la quale aveva ripreso l'appalto a Montopoli dopo la malsana gestione di Alma group, per girarlo ad una subordinata, la Csl di Civitavecchia.

Ricordiamo che CFT gestisce, tra le varie attività, anche buona parte della logistica dei magazzini Unicoop Firenze di Scandicci e la loro condotta non è stata proprio contraddistinta dal rispetto dei soci-lavoratori.

CFT ed Unicoop sono legate a filo doppio e la cooperativa sociale fiorentina sta sempre più prendendo spazi in Unicoop. Lo dimostrerebbe anche il fatto che, secondo voci insistenti, il presidente della CFT nonché vicepresidente di Legacoop Toscana, Giulio Bani, sarebbe entrato nella stanza dei bottoni di Unicoop Firenze: il consiglio di gestione.

Unicoop Firenze deve fare molta attenzione, cosa che Conad pare non aver capito bene, nello scegliere le cooperative sociali a cui appaltare. Compromettere l'immagine patinata solidaristica di Coop perché l'appalto dei magazzini è in mano ad una cooperativa con pochi scrupoli e molti extracomunitari (miscela potenzialmente esplosiva) è assai facile. E i lavoratori di queste coop sociali cominciano pericolosamente a parlare delle condizioni in cui sono costretti a lavorare ed a rivendicare diritti e salari dignitosi. Cominciano persino a scioperare. Non c'è più morale, contessa.

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Sospensione cautelativa per 4 lavoratori del centro smistamento alimentari Conad a San Salvo: il provvedimento è stato comunicato tramite lettera al loro ingresso in azienda a inizio turno questo pomeriggio. «Si tratta del passo che precede il licenziamento», spiega Andrea Di Paolo, coordinatore provinciale Slai Cobas di Campobasso, giudicandolo un atto «inaudito e gravissimo.

Per accompagnarli fuori dai cancelli sono stati chiamati i Carabinieri». La motivazione contenuta nella lettera dell'azienda (la Cft di Firenze, cooperativa facchinaggio e trasporto, circa 1.500 dipendenti in Italia, 200 a San Salvo), riferisce Di Paolo, è legata allo sciopero di ieri, dalle 15 alle 18, durante il quale i quattro - due sindacalisti attivi dello Slai Cobas e due iscritti - avrebbero impedito «il corretto svolgimento dell'attività lavorativa».

Lo sciopero di reparto, spiega Di Paolo, ha coinvolto venti persone «ed è stato indetto dai lavoratori, insieme alle Rsa dello Slai Cobas, per protesta contro le precarie condizioni di lavoro, dal punto di vista igienico e della sicurezza». Al centro smistamento, aggiunge il sindacalista, oltre il 60% dei dipendenti è rappresentato da cittadini extracomunitari, assunti con contratto multiservizio. «Siamo in stato d'assedio.

Fatto ancora più grave è che l'azienda abbia chiamato i Carabinieri per accompagnare fuori i dipendenti», dice Di Paolo, annunciando che lo Slai Cobas si rivolgerà al Tribunale di Vasto invocando l'articolo 28 dello statuto dei lavoratori per attività antisindacale. Di Paolo - che segue direttamente anche la vicenda di Giovanni Musacchio, il dipendente della Fiat di Termoli (Campobasso) licenziato dopo aver partecipato al presidio di Pomigliano d'Arco del 22 giugno scorso - conclude: «Non ci piegheremo a questo diktat nazionale. Queste rappresaglie avranno risposte di piazza pesanti».

27 agosto 2010

NUOVASOCIETA'



1 commento:

Anonimo ha detto...

Campaini, Campaini, con che gente ti sei messo !!!

Quando verrà fuori la verità (e manca poco poco) e cioè che la CFT sfrutta biecamente i negri (lo sappiamo tutti ormai)come i proprietari terrieri bianchi del sud degli Stati Uniti facevano nelle piantagioni di cotone,non potrai dire che non lo sapevi, perché lo sai eccome.

A quel punto tutti i tuoi discorsetti ipocriti sul cuore si scioglie, sulla solidarietà nel Burkina Fasu (a questo punto ci viene il sospetto che in Africa ci andiate per creare "i vivai" da cui in seguito attingere le incosapevoli vittime delle varie CFT) vanno a farsi friggere !

Finalmente Unicoop si rivelerà per quello che è: un'azienda bieca che mira ESCLUSIVAMENTE al profitto, senza scrupoli. Alleluja !