26 agosto 2010

PIEVE EMANUELE, LICENZIATI COME A MELFI. I LAVORATORI BLOCCANO LE MERCI GS-CARREFOUR

L'aggressività antisindacale di Marchionne fa subito scuola e proseliti. E' Importante una reazione immediata e forte dei lavoratori conro questa feroce ondata padronale che nega diritti costituzionali, prima che sindacali.
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La moda di non rispetare le leggi e le decisioni dei magistrati viene dall'alto ed è stata subito raccolta da chi vuole imporre la prepotenza e la prevaricazione sui lavoratori e i loro diritti.

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All'origine della protesta il no dell'azienda a reintegrare 64 dipendenti

Pieve Emanuele come Melfi. Con un gruppo di lavoratori e un delegato sindacale licenziati che vengono reintegrati dal giudice, ma a cui l'azienda nega il rientro al lavoro. E ora i lavoratori della provincia di Milano protestano. La vicenda di Pieve comincia la scorsa primavera, spiegano dalla Filt-Cgil, quando la cooperativa R.M. decide di far licenziare i lavoratori e riassumerne solo una parte in una nuova società riducendo loro retribuzione e diritti.

Dopo uno sciopero dei lavoratori, la RM. sospende il delegato sindacale della Filt-Cgil e vieta l'entrata nello stabilimento dei lavoratori, che dallo scorso giugno ricevono la busta paga azzerata. Parte la causa e il 3 agosto scorso il giudice ordina alla cooperativa di reintegrare i 64 lavoratori. Il 4 agosto tutti si presentano ai cancelli del polo logistico Gs-Carrefour e gli viene comunicato l'impossibilità al reintegro.

Da allora i lavoratori sono in presidio permanente davanti ai cancelli e questa mattina alle 8, al termine di un'assemblea sindacale, hanno bloccato i cancelli di entrata e di uscita delle merci del polo logistico del gruppo Gs-Carrefour, concludendo la manifestazione solo dopo la garanzia della prefettura di riaprire lunedì prossimo il tavolo di confronto azienda-sindacati.

"La somiglianza con la vicenda di Melfi è inquietante, ancora una volta non vengono rispettate le sentenze della magistratura a danno della legalità e dei lavoratori", afferma Nino Cortorillo, segretario generale Filt-Cgil Lombardia, spiegando che "a differenza di Melfi, nello stabilimento di Pieve Emanuele da giugno i lavoratori e le loro famiglie non percepiscono alcuna retribuzione e nel frattempo l'azienda ha cercato di dirottare i lavoratori verso una new company, esattamente come si vorrebbe fare a Pomigliano, riducendo diritti e retribuzioni".

26 agosto 2010

La Repubblica


1 commento:

Anonimo ha detto...

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